lunedì 17 novembre 2014

12 inframondi - La classifica

www.mondourania.it
Articolo di: AleK

12 inframondi è la seconda parte di un'antologia dei migliori racconti pubblicati nel 2008 curata da David G. Hartwell e Kathryn Cramer, anche in questo caso, come fatto in precedenza con la prima parte (Nove inframondi) vi proporrò le mie opinioni in forma di classifica utilizzando il sistema di valutazione delle scule medie che andava dalla A alla E, con in mezzo tante bizzarrie come segni + o segni - o infravoti (per restare in tema) che uno non sapeva mai se era megli A/B o B/A...

Giusto per arrivare al dunque prima della fine, vi dico subito che questa raccolta non mi ha entusiasmato molto, ci sono vari racconti bellini, sicuramente, però manca il "capolavoro" o comunque qualcosa che resti veramente impresso.

Come sempre cercherò di argomentare il più possibile il "perché" un racconto mi piaccia o meno evitando anticipazioni di trama, spero di non risultare troppo criptico, purtroppo, senza fare riferimenti puntuali al testo e rimanendo sintetici, non è facile spiegare bene delle motivazioni...


Dodicesimo posto: Furia di (nientepopodimenoché) Alastair Reynolds

Voto: E

Spiegoni, spiegoni e ancora spiegoni... a tratti sembra un manuale d'ambientazione per un GdR, piuttosto che un racconto, ma non è questo il peggio.
E' una storia con un finale abominevole, permeato da un falso spirito di giustizia figlio del più squallido perbenismo che abbia mai avuto il dispiacere di leggere e che, tra l'altro, è in perfetta contraddizione con il tema della redenzione presentato in altri suoi romanzi (QUA e QUA potete trovare le mie recensioni).
Finisce pure in quella che è la più grande stupidaggine che si potesse commettere: punire un crimine con un altro, per fare... giustizia. Non so se ridere o piangere.
Degno di nota il tema dell'uplift omaggio a Brin.
Indegna la sua presenza in questa raccolta.
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Undicesimo posto: Hanover di Jeff VanderMeer

Voto: D

Il racconto in realtà non è male, a parte qualche descrizione un po' esagerata in metafore e che spezza un po' la lettura, è ben scritto e ben strutturato. Pure molto suggestivo.
Però la conclusione non è solo super-telefonata ma pure di una banalità e un parossismo disarmanti. Gli antagonisti sono resi così disumani da non poterlo neppure più considerare un romanzo di fantascienza, qua siamo nel fantasy più spinto. Ogni volta che si parla della nazione di provenienza del protagonista, sembra si parli di Mordor in versione Orwell 1984.

Dimenticabile.

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Decimo posto: Navi come nuvole, nate dalla pioggia di Jason Sanford

Voto:
 
Che cosa, i curatori della raccolta, abbiano visto di miyazakiano in quest'opera è per me un mistero. Probabilmente pensano che la poetica di Miyazaki stia tutta nel sense of wonder delle sue opere, cosa molto limitante e pure un po' irritante.
Comunque, il racconto è sicuramente suggestivo e alcune considerazioni su certi aspetti della nostra vita sono pure interessanti (e questo lo salva), purtroppo cade miseramente nel tentativo di dare un senso al ciclo della vita proposto, ma soprattutto cade nel voler mitizzare un concetto di “umanità” vecchio e stantìo (vedere la recensione a La scala di Schild). Per dire, Simak nel suo City (Anni senza fine) ne aveva fatta una trattazione molto più interessante ed è stato scritto tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50. Sessanta anni prima!
Peccato...

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Nono posto: Imbroglioni di Ann Halam

Voto: C+

Si tratta di un racconto per ragazzi davvero ben fatto ma ucciso dal finale.
L'atomosfera iniziale è fantastica, sembra quasi di poter rivivere la propria adolescenza/infanzia, la maniera di concepire il gioco dei protagonisti, di vedere il mondo, di crearsi un'atomosfera... è tutto ricreato perfettamente.
Purtroppo il finale è molto debole e non regala particolari emozioni, tra l'altro, in un certo aspetto, è più fantasy (intendo "fantasy di bassa lega") che non fantascientifico...

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Ottavo posto: Il bambino e lo spaventapasseri di Michael Swanwick

Voto: C+

Raccontino senza infamia e senza lode, ma comunque molto gradevole, chi segue il blog sa che amo molto Swanwick (qua le mie recensioni su Gli dei di Mosca e Ossa della terra) e anche qua si può percepire quel misto di bontà e crudeltà che sempre è presente nelle sue opere, ma non è comunque nulla di epocale.

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Settimo posto: Messaggio trovato in un'onda di gravità di Rudy Rucker

Voto: B

Un altro racconto breve molto gradevole, il suo punto di forza sta nell'ironia con cui viene narrata la vicenda e nella particolarità del narratore. Divertente pure la velata accusa al sistema scientifico internazionale.
Quest'ultimo punto è critico, molti idioti lo userebbero a favore delle loro tesi, senza comprendere la differenza sostanziale tra loro e il protagonista: il protagonista, ha studiato.

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Sesto posto: L'uomo delle Uova di Mary Rosenblum

Voto: B

Sotto certi aspetti è abbastanza banale, senza anticipare troppo della trama, vi dico che le relazioni tra Messico e U.S.A. si sono invertite. Magari a molti può sembrare un'idea brillante, io la trovo una banalità mostruosa.
In ogni caso il racconto è buono, uno dei migliori della raccolta, pecca un po' di buonismo nel finale, ma nel complesso è davvero gradevole e ben descritto nei dettagli. Tocca molti punti ancora drammaticamente attuali (dal narcotraffico alle disparità sociali incredibili, fino alla gente volontariamente "dimenticata" dalle autorità, passando per la superficialità umana) e possiede pure un tocco di intimismo che non stona ed è un ottimo "motore" per spingere avanti la narrazione. Dimostra che si può parlare di amore senza causare il diabete al lettore.

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Quinto posto: Contenimento di Karl Schroeder e Tobias S. Burke
Voto: B

Ancora un racconto bello ma che perde un po' di mordente sul finale. L'ultima scelta del protagonista ha davvero dell'incredibile e porta a un finale degno della serie animata di Lupin III. Divertente, certo, però secondo me ha rovinato un po' troppo l'atmosfera. 
Resta comunque piacevole da leggere.

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Quarto posto: La casa vuota di Robert Reed
Voto: B+

Strana sincronia. L'ho letto poco dopo aver visto Interstellar.
Anche se apparentemente non hanno nulla da sparitire, in realtà parlano dello stesso identico tema, solo con una ambientazione diversa: catastrofica in Interstellar e tranquilla in questo racconto.
E' uno dei migliori senza dubbio, sarebbe potuto essere il capolavoro della raccolta se solo non si fosse limitato a parlare del "fascino e del sogno" ma avesse trattato le cose ben più concrete legate al tema dell'esplorazione spaziale.

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Terzo posto: Parole che cominciano per N di Ted Kosmatka
Voto: B++

Un solo piccolissimo difetto: una caratterizzazione simil gandhiana per uno dei personaggi, per farlo apparire stupendo sotto tutti i punti di vista, se non fosse stato per questo eccesso, il racconto sarebbe stato perfetto. Fantabiologia con un tocco di antropologia, non è comune. Già dal titolo si ha una trattazione quasi scientifica della discriminazione e dell'ignoranza del politicamente corretto, poi si prosegue con un'accurata descrizione della follia umana.
Questa gente è quella di "Porgi l'altra guancia", non bisogna dimenticarlo, perché nella realtà accade la stessa cosa.
Forse è un po' debitore del racconto Mendicanti in Spagna di Nancy Kress, resta però un ottimo racconto con un'ottima base genetica (raro).

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Secondo posto: Vetro di Daryl Gregory
Voto: B++

Sintetico e crudele al punto giusto. Ma soprattutto crudele.
Attenzione, a me non piace la crudeltà, però sono un fan dell'essere umano, con tutti i suoi pregi e difetti e questo racconto è onesto, i suoi personaggi no, ma il racconto in sé lo è e lo è alla grande, sbattendoci in faccia la natura umana senza filtri e ipocrisie.
L'anti-reynolds da assumere quotidianamente.

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Primo posto: Ragni di Sue Burke
Voto: A

Il racconto inserito per scherzo si è rivelato uno dei migliori... tra l'altro, la battuta finale che gli ha fatto guadagnare l'entrata in questa raccolta è pure la parte più debole.
E' la storia di un padre che accompagna il figlio all'interno della vita, cercando di fargli aprire gli occhi e senza dargli comandamenti o informazioni che possano condizionarlo, ma aiutandolo ad usare la propria testa e a sviluppare un senso critico.
Lo stile in cui tutto questo è trasmesso è davvero elegante, riesce a rendere il racconto di una dolcezza piacevole e non stucchevole, i tentativi del padre di proteggere il figlio dai pregiudizi e dalle fobie usando come metafora una passeggiata nel bosco mi hanno emozionato di più rispetto a tutte le epiche avventure dei racconti precedenti.

La sobrietà è un pregio e a volte anche la semplice acqua può far bene al cuore, per citare un'opera che ha parecchio da insegnare.
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Conclusioni
La mia opinione è semplice: tanti racconti con grosso potenziale rovinati dal finale o da piccole sbavature. Alla fine, le opere più semplici e meno pretenziose, si sono rivelate pure le migliori, peccato per certe caratterizzazioni o certi sviluppi di trama piuttosto banali e artificiosi, cose che creano una barriera tra la realtà e la finzione.
Inoltre, nonostante qualche buona opera, mancano i capolavori, racconti che impressionino durante la lettura e facciano riflettere a lungo anche dopo e in Nove inframondi ce n'erano almeno due, di conseguenza, tra le due raccolte, consiglio appassionatamente la prima anche se forse la qualità media dei racconti è più alta in 12 inframondi.


PS: per la formattazione orribile di questo articolo potete ringraziare Blogger... io ci rinuncio.

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