martedì 8 dicembre 2015

Le meraviglie del possibile - Seconda parte

Articolo di AleK

Tempo fa scrissi un articolo, che vi consigli di leggere prima di iniziare questo, dedicato a questa antologia (link) facendo una classifica (brrr..) dei vari racconti pubblicati. Il problema è che si trattava dell'edizione del 1973, ovvero l'unica (credo) ristampa mutilata di questa raccolta, nella quale mancavano ben 13 racconti rispetto l'edizione originale e a tutte le altre ristampe, compresa quella attualmente in commercio e che potete vedere nell'immagine qui a fianco.

Con questo articolo cerco di colmare la lacuna scrivendovi le mie opinioni sui racconti esclusi. Come al solito, più che di recensioni, si tratta di commenti sui temi trattati, le recensioni sono cose serie: analisi tecniche che richiedono una certa competenza (e anni di studi) cosa che non mi compete.
Questo è un blog, una sorta di diario pubblico in cui scrivo (nel mio spazio) riflessioni o articoli divulgativi. Delle opere di cui parlo, mi interessano molto di più gli spunti di riflessione che può fornire e  le idee dell'autore che emergono, mi focalizzo su questioni tecniche solo quando i pregi o i difetti sono così evidenti da esser colti pure da me.

Tutta questa pappardella è per tranquillizzare gli esperti di fantascienza che prendono troppo sul serio i miei articoli scandalizzandosi se stronco porcherie grandi opere di grandi autori e pure i cerebrolesi che se non leggono un Per me ogni riga iniziano a piangere, ora che è scritta e brilla di tutta la sua inutilità, possiamo iniziare con gli sproloqui...


L'uovo di cristallo di Herbert G. Wells

Questo è il racconto che nell'edizione del '73 verrà sostituito da Il paese dei ciechi, dello stesso autore. Considerando che il paese dei ciechi è per me uno dei migliori racconti di Wells, non vi stupirà sapere che non considero particolarmente interessante questo Uovo di cristallo...
E' un racconto gradevole, al quale (se non altro nelle atmosfere) Le macchine infernali di Jeter è molto debitore, senza però averne la leggerezza e il fascino, però è lontano dalla profondità de Il paese dei ciechi.
Piacerà a chi nella letteratura fantastica cerca il Sense of wonder, per chi cerca qualcosina in più è una lettura piacevole ma nulla di memorabile.


Il labirinto di Frank M. Robinson

Interessante racconto e per diversi motivi. Nonostante si basi molto sul sorprendere il lettore con un finale inaspettato (cosa che solitamente schifo) è riuscito a colpirmi molto, anche perché il colpo di scena è solo un bonus finale, il corpo del racconto, la parte importante che lo sostiene, si basa su concetti molto interessanti.
Sotto certi punti di vista risente un po' dell'epoca in cui è stato scritto (e non solo per l'ambientazione) ma continua ad avere molto da dire ancora oggi, un po' con la sua critica sociale spalmata su più livelli sia per la critica all'ego umano senza voler ridicolizzare il metodo scientifico o la scienza in generale.


Il duello di Fredric Brown

Il duello è uno dei racconti più celebri di Brown (e a quanto pare ha ispirato pure uno degli episodi più celebri della serie classica di Star Trek, dove è stato banalizzato a dismisura) e nonostante non faccia parte del mio genere di fantascientifico preferito, lo adoro.
Lo adoro perché non vi è nulla di moralistico dietro, è una storia spietata che nulla ha a che vedere con l'ingegno, i meriti o la bontà; la sopravvivenza arriverà solo uccidendo, senza pistolotti morali o entità giuste e dispensatrici di giudizi: chi vince sopravvive, chi perde muore. Viene meno l'antropocentrismo, viene meno l'idea di una entità superiore benevola (secondo i nostri parametri) e si impone la verità: una natura totalmente indifferente ai nostre (o di altri) problemi.
Leggerlo fa bene al cuore, ancora oggi dopo più di 70 anni è un'ottima cura verso tutte le banalità che cinema e TV ci vomitano nel cervello.


Il doppio criminale di William Tenn

Dalla sessualità alla burocrazia, passando per il Diritto intergalattico, questo racconto umoristico non risparmia niente e nessuno. Certo, non è per me memorabile, però l'ho trovato molto divertente... ma io sono di parte, trovo divertente e interessanti praticamente qualsiasi cosa che sfotta il comune senso di pudore e la burocrazia.


Impostore di Philip K. Dick
 
Racconto stupendo in cui sono presenti i temi più classici di Dick, come i dubbi sull'identità personale e sulla realtà che ci circonda, perfettamente amalgamati con la storia di fondo. Se si lascia in disparte un po' la parte più avventurosa ci si trova di fronte un racconto straziante sull'incapacità di poter dimostrare la nostra identità o il semplice fatto che esistiamo, senza contare che quel che crediamo di sapere, potrebbe essere una menzogna... a distanza di più di 60 anni, continua ad essere uno dei migliori racconti sull'argomento. Tra l'altro argomento non del tutto fantasioso, visto che è possibile introdurre ricordi falsi nella memoria di una persona.


Le immagini non mentono di Katherine McLean

Il classico racconto che cerca di sorprendere il lettore puntando tutto sul finale. Che volete che vi dica, per me questa costruzione della storia è di una noia mortale infinita anche quanto il racconto merita la lettura e il finale è davvero indovinato, figuriamoci in questo caso, quando il finale è telefonatissimo...


L'ultimo dei marziani di Frederic Brown

Racconto divertente, in perfetto stile Brown (uno dei pochi autori a non farmi odiare i finali a sorpresa) ma senza un mordente che lo renda memorabile.
Senza infamia senza lode.


Consolazione garantita di Isaac Asimov

Questo racconto, presente anche nella raccolta Il secondo libro dei robot, è per me il capolavoro della selezione degli esclusi.
Forse oggi sarebbe definito sessista o machista (d'altra parte ho sentito definire come sessista il film Mad Max: fury road dunque non mi sorprendo più di nulla), ma per me è uno dei racconti più emozionanti e al tempo stesso crudeli che abbia mai letto, dove il protagonista è una donna, ma potrebbe essere benissimo anche un uomo.
Asimov adora giocare con le sue leggi della robotica creando situazioni estreme e qua raggiunge vette altissime, dove non si fa scrupoli nel sottolineare le debolezze umane, la necessità di essere apprezzati e tutta l'ipocrisia presente alla base delle relazioni umane. Come disse una volta Ataru (il tizio dalla dubbia moralità che scrive per questo blog): "Un uomo si innamorerebbe anche del proprio frigorifero, se gli ricambiasse un minimo d'affetto..." ed è la drammatica verità sotto gli occhi di tutti, non ci sono in giro robot antropomorfi, ma un sacco di animali da compagnia che più o meno reagiscono alla stessa maniera ed è ormai chiaro che certa gente preferisca la compagnia di un cane o di un gatto piuttosto che quella di un altro essere umano, lo si deduce dalla quantità incredibile di retorici messaggi frantuma maroni e pieni di risentimento (e tanto, ma veramente tanto disagio) che si possono leggere quotidianamente su facebook, su quanto siano più fedeli, più affettuosi, migliori, ecc...
Questo accade perché la gente non vuole una relazione, ma semplicemente pretende amore incondizionato, accondiscendenza cieca ma che sembri spontanea, fedeltà assoluta qualsiasi cosa dica o faccia. Una relazione vera è molto più difficile, è uno scontro di personalità, molto più facile un cane che ci scodinzola sempre in faccia o che quando lo sgridiamo, anziché risponderci, subisca passivamente (anche perché quando il cane risponde o è da sopprimere o... è stato allevato da un pezzo di merda) piuttosto di un partner che pretende da noi le stesse identiche cose.
Ognuno vuole il proprio robot o surrogato che lo faccia star bene, che lo compiaccia, che lo comprenda sempre e che non lo metta mai in dubbio, senza doversi preoccupare delle esigenze dell'altro. E' ironico poi pensare che, questa stessa gente, da un'altra persona pretende molto di più di quel che pretende da un cane, pretende dedizione assoluta. Perché se lo/la vede scodinzolare con qualcun altro è la fine!
Ma sì, certo, è la gente che è crudele. E la gente sono tutti gli altri meno noi stessi. Meglio un cane. O un robot. O un frigorifero...


Acciaio di Richard Matheson

Non lasciatevi distrarre dal film Real Steel ispirato da questo racconto, l'opera di Matheson è anni luce avanti e più moderna, nonostante sia arrivata mezzo secolo prima.
E' un racconto struggente dall'inizio alla fine, carico di malinconia, con un protagonista difficile da dimenticare nella sua caparbietà di fronte alle difficoltà che spesso sfocia in stoltezza nel negare la realtà.
Mai ancorarsi al passato...


I dati disponibili sulla Reazione Worp di Lion Miller

Non è esattamente un racconto di fantascienza... sì, lo so, questa affermazione può far terminare l'universo, c'è gente che non reputa fantascienza neppure Dune, però c'è un motivo se ho iniziato questo commento con quella frase.
Il racconto ha la classica costruzione un po' furbetta creata a tavolino per ridicolizzare la scienza. Sono cose che generalmente mi mandano in bestia, perché si inventano cose (che nulla hanno a che vedere con l'esperienza quotidiana)  e attraverso di esse si mostra l'ingenuità e l'inefficienza del metodo scientifico. Però, per farlo, si è stati costretti ad inventare... facile, così facile che è pure una fallacia logica chiamata Argomento fantoccio (O Strawman Argument).
Detto questo, il racconto non è male, non siamo al livello de L'affare Herzog, non c'è un intento di ridicolizzare, ma di espandere un po' gli orizzonti con un po' di fantasia. Ed è pure divertente e ben costruito.


Passò intorno ai cavalli di H. Beam Piper

Non sono molto amante delle ucronie, per lo meno quando sono fini a se stesse e l'ambientazione particolare si trasforma nella trama.
Questo Passo intorno ai cavalli non fa eccezione, lo trovo divertente sì, ma anche abbastanza inutile... poi, leggere di ufficiali e nobili prussiani che si dispiacciono fino alle lacrime dei poveri ed eroici ribelli statunitensi che han perso la guerra contro l'Inghilterra e non son riusciti a fondare la loro repubblica, un po' mi fa vomitare.


Il costo della vita di Robert Sheckley

Racconto stupendo. I grandi autori si vedono dai contenuti che sono in grado di affrontare e dei temi che riescono ad anticipare. E il tema di questo straordinario racconto non è solo il consumismo, ma è pure la Società del debito. Non posso aggiungere altro, altrimenti racconterei troppo, mi viene solo da pensare a quanti, più di 50 anni fa, abbiano deriso o bollato come "esagerato" questo racconto... la vendetta di Sheckley è rappresentata dalla nostra ultima crisi economica.
Da leggere assieme a Effetto valanga. Tenendo presente che, per quanto apprezzi Mack Reynolds, Sheckley è comunque un narratore migliore.


L'affare Herzog di Charles F. Obstbaum (a quanto pare Carlo Fruttero)

Per me è spazzatura. Costantemente durante tutto il testo viene ricercata a forza una certa profondità poetica ovvero si cerca di far apparire lo scritto come qualcosa di elevato, importante, aulico, senza però dire alcunché di intelligente, interessante o (in mancanza d'altro) divertente.
E per non farsi mancare nulla, si ridicolizza pure il ruolo della scienza e degli scienziati. Non è fantasy è retard.


Ora zero di Ray Bradbury

Come vi raccontavo nella prima parte di questa recensione, a mio avviso il racconto Il veldt di Bradbury aveva un grandissimo potenziale, rovinato però da una certa visione della vita molto conservatrice (e per me pure un poco ottusa). Questo Ora zero invece, dal punto di vista dei contenuti, mantiene tutti gli aspetti positivi presenti anche ne Il veldt ma in più è privo di tutti gli aspetti negativi.
Ora zero è un piccolo capolavoro di cinismo (o realismo) dove l'innocente crudeltà dei bambini emerge in tutto il suo splendore. Imperdibile, un vero toccasana contro il facile moralismo e l'ipocrisia.


Conclusioni

Sono passati parecchi mesi dalla stesura di questo articolo alla scrittura di queste conclusioni... ormai pensavo di doverlo lasciare nel limbo a vita. Avrei voluto dedicare più spazio a Dick e a Brown, con recensioni più approfondite dei loro racconti, ma mi sono reso conto che era solo una delle migliaia di buone intenzioni che lastricheranno la mia strada per l'inferno e dunque mi sono deciso a pubblicare comunque l'articolo così com'era, nel bene e nel male.
Che dire dunque, dopo così tanto tempo?
Non conosco i retroscena editoriali che portarono alla pubblicazione mutilata dell'edizione del '73. Forse motivi economici o forse questioni di diritti, spero vivamente si sia trattato della seconda ipotesi, perché altrimenti non si spiega come certi capolavori (come il racconto di Asimov, di Sheckley, di Dick e di Bradbury) siano stati esclusi in favore di altri piuttosto dimenticabili, come il terribile Pioggia senza fine.
Le conclusioni sull'opera completa sono più o meno le stesse riguardo l'opera mutilata: una bella raccolta dall'indubbio valore storico (e, per chi segue il genere da diversi decenni, sicuramente anche affettivo) fatta di capolavori, racconti più leggeri e altri dimenticabili, esattamente come altre raccolte pubblicate successivamente.

Clicca per la prima parte della recensione.

2 commenti:

  1. In linea di massima concordo con quanto scritto da te. Hai fatto anche comprendere come mai hai aspettato così tanto prima di pubblicare questa seconda parte. Di mio aggiungo solo una cosa ( e mi assumo tutta la responsabilità di quanto vado a scrivere)la critica letteraria sopratutto se fatta da appassionati in buona fede e sopra le parti come te e me, è un qualcosa che arricchisce l'ambiente. Quindi i parei dovrebbero essere rispettati anche se non coincidono con quelli della massa.
    Quindi, tu continua a fare come hai sempre fatto e a scrivere le tue bellissime analisi del medium fantascienza. ;)

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    1. Eh eh, grazie per la solidarietà. Quando scrissi quell'introduzione mi avevano piallato le gonadi a colpi di banalità e "Hai dimenticato di dire 'Per me' " fino a trasformarmi in una bambola.
      Sono passati parecchi mesi e ora sono molto più tranquillo, l'ho lasciata solo per ricordo di quello che fu. ^^
      Ora cago solo chi mi dà addosso con punti di vista interessanti o comunque usciti dalla sua testa, chi salta fuori con frasi tipo "Ma è un grande autore"; "Ha vinto un Nebula"; "Pensi di essere meglio dei critici del Locus"; "Ha citato il-grande-autore-X" o "Hai dimenticato il 'Per me' ", lo filtro in automatico. ^^

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