martedì 22 settembre 2015

Il ciclo di vita degli oggetti software di Ted Chiang

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Articolo di: Alek

L'ultimo (e unico) articolo del blog riguardante un'opera di Ted Chiang risale a più di un anno fa ed era una recensione/classifica della raccolta di racconti Nove inframondi. Raccolta nella quale il racconto di Chiang spiccava sugli altri in maniera abbastanza clamorosa.

Che dire, tutto ciò che ho letto di questo autore l'ho sempre apprezzato e, nonostante si dica che questo romanzo breve non sia all'altezza dei suoi racconti più celebri, quest'opera non fa eccezione. Certo in quelle affermazioni c'è del vero, pure io non lo reputo straordinario al livello di altre sue storie, come lo strepitoso Storia della tua vita, però resta per me un libro superiore a tanti altri che hanno affrontato lo stesso tema. Anzi, lo reputo superiore alla maggior parte dei libri che ho letto ultimamente, compresi quelli che mi sono piaciuti.

Per fare un esempio, non tanto recente, di un racconto che tratta il tema delle intelligenze artificiali e dei loro diritti (anche se in maniera molto diversa, parlando comunque di esseri umani) e che ho apprezzato, ma che reputo un gradino sotto per stile e profondità rispetto a questo libro, vi citerò Il giorno dell'incarnazione, di Walter Jon Williams.
Se avrete la pazienza di andarvi a leggere la recensione che ne feci a suo tempo, scoprirete che ho apprezzato l'opera di Williams, eppure, a mio parere, Chiang ha una marcia in più...


Forse perché ambientato in un futuro prossimo, e dunque più concreto rispetto al futuro di Williams; forse per lo stile, che molti definiscono freddo, ma che io reputo ottimo, uno dei pochi casi in cui apprezzi appieno l'utilizzo del narratore onnisciente che ti spiega i dialoghi tra i personaggi, perché essendo così distaccato dagli eventi non li contamina con giudizi morali, ma offre solo l'essenza delle varie riflessioni; oppure perché molto più incentrato su problemi quotidiani con protagonisti che non hanno alcuna speranza di cambiare il mondo, come le persone di tutti i giorni... non so quale sia il reale motivo, probabilmente tutti e tre assieme, ma ho trovato questo libro una spanna sopra altri che trattano lo stesso tema, compreso l'ottimo testo di Williams.

Vorrei però soffermarmi un'attimo sull'ultimo punto elencato. I protagonisti non sono persone sopra la media con abilità in grado di risolvere i problemi con colpi di genio o fortuna e non tenteranno mai gesti eclatanti in grado di portare un cambiamento sociale, sono persone comuni che portano avanti una passione cercando di adeguarsi ai tempi che cambiano, senza vittimismo, senza critiche del tipo "Si stava meglio quando si stava peggio" e, soprattutto, senza trasformarsi in ritardati esaltati (cosa rara nel mondo reale).
Per queste ragioni non si percepisce mai risentimento verso il cambiamento, anche quando tutte le loro abitudini devono cambiare, e neppure verso certi gruppi di persone, come gli adolescenti che popolano il web, o le loro azioni. Sono persone comuni ma mature, adeguate al presente e non ancorate alle merendine degli anni '80, che non passano le giornate a criticare gli altri, ma che imparano e si evolvono quotidianamente.

Forse le tematiche presenti saranno anche già state affrontate in passato, ma è sempre un piacere leggere un'opera che le affronta in maniera così naturale, non parossistica, senza voler generare scalpore a tutti i costi. Una delle poche altre opere che era riuscita nell'intento in maniera simile è forse Her, lo splendido film di Spike Jonze, più volte citato nel blog.

In conclusione adoro Chiang, perché i suoi libri non sono mai delle avventure o delle storie fantasiose fini a se stesse, ma parla sempre di tematiche interessantissime, che a volte sono il fulcro attorno cui ruota il racconto, come la Linguistica in Storie della tua vita (ed è solo uno dei temi di quel racconto), mentre altre volte sono dettagli che emergono dalla storia, come i conflitti e le analisi dei protagonisti del racconto L'inferno è l'assenza di Dio.
In Il ciclo di vita degli oggetti software si possono trovare entrambe le caratteristiche della sua letteratura, si parla di intelligenza artificiale, di maturità e indipendenza, di sesso e affetti in maniera esemplare, proponendo punti di vista e arrivando a riflessioni che potrebbero pure scandalizzare i benpensanti (anche per questo, lo ringrazio) e senza cercare di propagandare idee specifiche.
Le sue opere fanno davvero bene, sia al cuore che al cervello.

2 commenti:

  1. Apprezzo Chiang sin dai tempi di "Storia della tua Vita", trovo che riesca a sorprendere, emozionare, commuovere, far pensare in ogni suo racconto. E sopratutto vedo che ha la capacità di affrontare temi diversi senza mai scadere nel "già visto" a differenza di tanti suoi colleghi.
    Diciamoci la verità: ce ne vorrebbero molti di più di scrittori come Ted Chiang.

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