martedì 29 settembre 2015

Un cantico per Leibowitz di Walter M. Miller

www.mondourania.com
Articolo di:  AleK

L'articolo di oggi riguarderà un classico della fantascienza oltre che un capolavoro senza tempo da leggere senza riserve. E sottolineo il senza tempo visto che stiamo per ripiombare nella guerra fredda, nel caso che qualcuno non se ne fosse accorto...

Come al solito, non vi parlerò dettagliatamente della storia o della struttura del libro, per quello c'è un articolo su Wikipedia (che vi consiglio di leggere), ma andrò direttamente, senza tanti preamboli o presentazioni, ad affrontare alcuni temi che mi hanno particolarmente interessato. E per farlo andrò molto, ma molto controcorrente, per lo meno rispetto alle varie recensioni lette in italiano o in inglese. Soprattutto per quanto riguarda il tema dell'Eutanasia.
Per farlo però è assolutamente necessario che riporti, come prova a supporto delle mie argomentazioni, parti del libro, tra cui il finale... anche se per la sua particolare struttura, questo non va a inficiare il piacere della lettura, capirete che leggersi il finale di un'opera potrebbe non essere esattamente la cosa più piacevole che si possa fare, è meglio dunque, nel caso non conosciate l'opera, che smettiate di leggere quando citerò l'estratto del libro. Ma tranquilli, vi avviserò esplicitamente prima di farlo, dunque la prima parte della recensione può essere letta tranquillamente.

lunedì 28 settembre 2015

Love, di William Eubank (2011). La solitudine di un astronauta e del genere umano. Recensione priva di spoiler.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Avevo apprezzato The Astronaut - The last Push (post su A noi vivi), mi era piaciuta l'idea di un astronauta completamente solo che decide di rischiare e abbandonare tutto, per inseguire pienamente l'umana pulsione esplorativa. 
Però qualcosa strideva. Malgrado la buona costruzione ed il mio personale apprezzamento dell'opera, appariva davvero difficile credere possibile che volontariamente una persona potesse accettare, avendo la possibilità di evitarla, la solitudine completa
In fondo, anche nel recente Interstellar del buon Christopher Nolan, quando veniva recuperato uno scienziato criogenizzato su un pianeta possibilmente abitabile, dopo il risveglio ed un bel pianto questi recitava proprio la condivisibilissima frase:
"Pregate di non sapere mai quanto può esser bello vedere il viso di un altro". 

Insomma, la socialità è una prerogativa (non esclusiva) della nostra specie ed il comportamento del protagonista di The astronaut mi era apparso un po' troppo risoluto. A metterci una "pezza" ci pensa un film molto simile e che è uscito nelle sale ben un anno prima! Magia-magiaaa.
Parlo di Love, pluripremiato film statunitense, uscito in sala il 14 febbraio (!) 2011, diretto da William Eubank ed autoprodotto dal gruppo rock degli Angels & Airwaves.



giovedì 24 settembre 2015

"Inside Out" di Pete Hans Docter (2015) Disney Pixar. Gioia (e non solo) per occhi, mente e cuore.

Scritto da: Ataru Moroboshi


Diretto e concepito da Pete Docter, geniale e premiata mente dello studio Pixar, questo film di animazione ha lo scopo di mostrare l'importanza delle nostre emozioni nei processi decisionali.
E' un obiettivo molto alto, perchè normalmente le emozioni vengono riprodotte su schermo per coinvolgere lo spettatore e farlo empatizzare con gli interpreti di un film.
Inside out vuole invece far ragionare sul valore delle singole emozioni.

Immagine presa da qui.

Esperimento riuscito?

martedì 22 settembre 2015

Il ciclo di vita degli oggetti software di Ted Chiang

www.delosstore.it
Articolo di: Alek

L'ultimo (e unico) articolo del blog riguardante un'opera di Ted Chiang risale a più di un anno fa ed era una recensione/classifica della raccolta di racconti Nove inframondi. Raccolta nella quale il racconto di Chiang spiccava sugli altri in maniera abbastanza clamorosa.

Che dire, tutto ciò che ho letto di questo autore l'ho sempre apprezzato e, nonostante si dica che questo romanzo breve non sia all'altezza dei suoi racconti più celebri, quest'opera non fa eccezione. Certo in quelle affermazioni c'è del vero, pure io non lo reputo straordinario al livello di altre sue storie, come lo strepitoso Storia della tua vita, però resta per me un libro superiore a tanti altri che hanno affrontato lo stesso tema. Anzi, lo reputo superiore alla maggior parte dei libri che ho letto ultimamente, compresi quelli che mi sono piaciuti.

Per fare un esempio, non tanto recente, di un racconto che tratta il tema delle intelligenze artificiali e dei loro diritti (anche se in maniera molto diversa, parlando comunque di esseri umani) e che ho apprezzato, ma che reputo un gradino sotto per stile e profondità rispetto a questo libro, vi citerò Il giorno dell'incarnazione, di Walter Jon Williams.
Se avrete la pazienza di andarvi a leggere la recensione che ne feci a suo tempo, scoprirete che ho apprezzato l'opera di Williams, eppure, a mio parere, Chiang ha una marcia in più...


lunedì 21 settembre 2015

Star Trek: The Next Generation s04 e23 "L'ospite". Riflessioni sull'amore e sulla "confezione".

Scritto da: Ataru Moroboshi

Non faccio mistero di amare la serie Star Trek: The Next Generation (post sulla Donna perfetta) e di trovarla invecchiata piuttosto bene, malgrado i circa 25 anni sulle spalle, ma non è di questo amore che vorrei discutere!
Traendo spunto dalla trama dell'episodio 23 della 4° serie, "L'ospite" o "The host" in originale, vorrei lanciare qualche spunto per questo breve post sull'ammmmore,
quello vero,
quello con tante m!

Immagine presa da qui.

martedì 15 settembre 2015

Quando c'era Marnie di Hiromasa Yonebayashi

www.luckyred.it
Articolo di: AleK

Da dove iniziare a parlare di quello che potrebbe essere l'ultimo film dello Studio Ghibli (in realtà, sembrerebbe di no, ma fa sempre un certo effetto scriverlo ^^)?
Non è facile.
Soprattutto per chi, come me, segue questo studio d'animazione da almeno tre lustri, da quando gli Esperti di cinema ci davano degli sfigati per guardare i cartoni animati (e non riuscivano a vedere le differenze neppure tra un film Pixar e uno Dreamworks buttandoli nello stesso calderone dell'animazione al computer), per poi passare all'epoca in cui non eri un Esperto di cinema se non davi a Miyazaki del Poeta e per finire ai tempi nostri in cui ne sai a pacchi solo se li critichi, perché ormai piacciono a tutti....

Che squallore.
Pensare che sognavo i tempi in cui questi film avessero avuto più diffusione.
Guardo il passato e vedo il presente, un po' questo film tratta anche di questo argomento: i sogni della fanciullezza e la tremenda realtà della vita.

Non è nel mio stile non essere chiaro fin dall'inizio su di un'opera, ma questo film mi ha messo in crisi, l'ho tanto odiato all'inizio quanto amato nel finale. E il finale è importante... nonostante i difetti dunque, lo reputo un bel film.

lunedì 14 settembre 2015

Lamù, Urusei Yatsura di Rumiko Takahashi, "Festa d'addio", ultimo episodio TV

Scritto da: Ataru Moroboshi

Lamù, la ragazza dello spazio, è una serie televisiva dello studio Pierrot, tratta dal manga omonimo (titolo originale うる星やつら Urusei yatsura) opera della geniale Rumiko Takahashi, autrice di tanti capolavori, fra cui i certamente noti Ranma 1/2 ed Inuyasha, o il tanto amato Maison Ikkoku.

La serie tv di Lamù è stata prodotta fra il 1981 e il 1986 e mostrata sugli schermi italiani a partire dal 1983 ... quanto tempo, una vita!
Non è mai passata sulle reti RAI o Mediaset (a quei tempi Fininvest ... avete parimenti tutto il mio disprezzo!), bensì solamente su reti locali e questa è stata paradossalmente la sua fortuna, perchè gli ha evitato il triste processo della censura
La serie ha perciò mantenuto anche in Italia il grande pregio di essere permeata da un sano erotismo, già a partire dal primo episodio, dalla comparsa della indimenticabile protagonista; per noi bambini di quegli anni era una cosa impossibile da ignorare!



Trattasi di una serie molto lunga, ben 195 episodi, 217 nella versione italiana, in cui venivano numerati anche i mezzi episodi iniziali.
Alla fine della serie fu ripetuto l'episodio n° 67 "Da quando te ne andasti", scelto tramite sondaggio pubblico (in Giappone) come il favorito fra tutti.
Proprio oggi, dopo tanti anni, mi sono deciso a vedere l'ultimo episodio, "Il lungo addio".
 
Nella grande festa in maschera finale, ci finisce pure Ralph Supermaxieroe!

martedì 8 settembre 2015

Blestemat - strigoi, rumeni e maledizioni di Federico Russo

www.vaporteppa.it
Articolo di: AleK

L'articolo di oggi inizia con una dichiarazione rilasciata da Carlo Fruttero nel 1968 durante la trasmissione RAI L'Approdo e riportata nella tesi di dottorato Letteratura fantascientifica italiana della PhD Giulia Iannuzzi a pagina 127:
<< Noi non abbiamo naturalmente pregiudizi verso gli autori di fantascienza italiani, è piuttosto che lo scrittore di fantascienza italiano si trova davanti a delle difficoltà che gli anglosassoni non hanno. Facciamo il caso più banale per la fantascienza: supponendo un arrivo di astronave marziana, un disco volante marziano, o venusiano o di Aldebar, che arriva - non so - a Little Tree per esempio, nel Nevada, in un Stato americano spaziosissimo, vasto... abbiamo dietro questi spazi, queste parole, questi nomi di città, tutto un bagaglio figurativo ricchissimo, cioè l'FBI che viene subito informata, il Presidente degli Stati Uniti, il Congresso; lo stesso paesaggio è immenso, è vastissimo. Immaginiamo la stessa situazione nel comune di Boffalora in provincia di Milano. Il disco atterra e arrivano i pescatori del Ticino e chi avvertono? L'FBI? No, avvertono il maresciallo dei Carabinieri, poi da lì telefonano al sindaco, il sindaco prende una Seicento e corre dal prefetto... Si vede subito che la situazione drammatica cade, cade [disgraziatamente] e diventa un bozzetto di vita locale, che può avere degli effetti ironici, divertenti, ridicoli, folkloristici, ma che non ha nessuna forza drammatica, nessuna presa sul lettore. Una storia così va giocata sullo scherzo >>

A parte le varie fallacie logiche sui nomi e il "provincialismo" Fruttero, per giustificare la propria scelta di non pubblicare opere di fantascienza di autori italiani, si inventò un esempio ad hoc per supportare la propria teoria (introducendo un'altra fallacia: "L'Argomento Fantoccio") che cade a proposito per parlare di Blestemat, un libro umoristico ambientato in Puglia, tra badanti dell'est, masserie che vendono ricotta e studenti fuori corso.
Ma come? Aveva dunque ragione Fruttero? La provincia italiana può prestarsi solo a opere umoristiche?
Non proprio, anzi, sarà un'opera scanzonata e scherzosa a dimostrare il contrario...

lunedì 7 settembre 2015

Arte e memoria presso il Sentiero del Silenzio, Campomuletto, Comune di Gallio, Altopiano di Asiago



Scritto da: Ataru Moroboshi e consorte.

Ho già scritto di luoghi simbolo di una guerra mondiale, la seconda, nella descrizione del toccante museo della pace (post 1) o del parco memoriale (post 2) di Hiroshima. Ebbene, a distanza di migliaia di km, in un altro continente, in un differente contesto ed in riferimento ad una diversa guerra mondiale, la prima, ho incredibilmente ritrovato le stesse toccanti atmosfere.
Il merito va a 10 opere di arte moderna sapientemente disposte all'interno del Sentiero del Silenzio che circonda Campomuletto, nel Comune di Gallio (Altopiano di Asiago). Questa passeggiata priva di difficoltà, é una escursione circondati da un paesaggio incantevole e nel contempo un complesso viaggio nel passato: montagne meravigliose che hanno conosciuto gli orrori degli uomini, ma anche la loro resistenza e coraggio.
 
Immagine presa dal sito ufficiale (link)

Ogni opera d'arte ha un preciso significato simbolico che richiede un minimo di contemplazione e di riflessione per esser compreso. 
Inizia il percorso...

giovedì 3 settembre 2015

La donna perfetta - Da Star Trek The Next Generation ad una classifica dei migliori personaggi femminili

Scritto da: Ataru Moroboshi

Partiamo, come spesso capita, col chiarire che il titolo originale "The Perfect Mate" (ep. 21, quinta serie di Star Trek TNG) significa in realtà "La compagna perfetta" e non la femmmmena, come invece vorrebbero far intendere i mai abbastanza maledetti localizzatori italiani. Confido che per loro sia disponibile "lo stesso girone infernale riservato ai pedofili e a quelli che parlano a voce alta al cinema" (citazione della bella serie Firefly del 2002).

L'episodio inizia con l'Enterprise che diviene la sede dei trattati di pace fra due mondi in guerra (Krios e Valt Minor). L'ambasciatore di Krios porta con sé un dono pacificatore, un enorme bozzolo che per errore si schiuderà prematuramente liberando Kamala, una donna geneticamente predisposta per comprendere desideri, bisogni ed adattarsi al partner. Per raggiungere la perfetta armonia dispone solo di pochi giorni, ma in questo lasso di tempo incontrerà un piccolo grande uomo ... non voglio rovinare la visione dell'episodio, aggiungo solo un indizio: è capitano dell'ammiraglia della Federazione.

Battute a parte, Kamala è purtroppo l'emblema della donna oggetto ed il buon Picard lotterà (contro i propri istinti!) per farle raggiungere una diversa consapevolezza.

Tranquilli, il capitano non si sposa, ma ci mette lo zampino! Presa da qui.

Malgrado tutto ciò, l'episodio di Star Trek TNG è per me solamente la scusa per classificare nel modo più becero possibile quale siano realmente le donne "perfette" presentate al cinema, in televisione o tramite gli altri media, negli ultimi 20-25 anni.
Quindi se siete donne emancipate, divorziate, arrabbiate e pure se siete in quei giorni (!), per favore saltate questo post ... davvero, è leggero, estivo, stupido e si occupa volutamente solo di ragazze bellissime ed irreali.

Se volessi partire seriamente citerei Ellen Ripley dalla saga cinematografica Alien, o Dian Fossey dal film "Gorilla nella nebbia", o Samantha Jones dalla fortunata serie Sex in the city, ma non è proprio questa la finalità.

Ripley da Aliens - Scontro finale
Samantha è la mia preferita del quartetto.

Partiamo con la classifica.