lunedì 27 luglio 2015

L'intenzione come "oggetto d'arte" in Bogdan Prystrom

scritto da Estrolucente


Ultima galleria prima delle ferie.
Anche quest’anno all’agosto ci si arriva per miracolo.
Tutto si squaglia prima, in un certo senso.
E allora serve bilanciare.

giovedì 23 luglio 2015

Conclusioni sulla casa classe A e passiva (passivhaus): ridotte necessità energetiche significano libertà e buona politica sociale.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Come affermato nel precedente post (link) ed accennato nei primi (teoria e realtà della casa passiva in Italia), la VMC è un impianto formidabile, che non solamente garantisce di avere aria pulita (filtrata), a bassa umidità relativa e con poca CO2, ma permette anche di recuperare energia che andrebbe persa ventilando manualmente, ovvero come si fa oggi aprendo le finestre.

Esempio di VMC centralizzata, presa da qui.


Ovviamente è un impianto che consuma energia elettrica e che immette in casa aria un poco più fredda (in inverno) o più calda (in estate) di quella che è presente nell'abitazione, perchè il suo rendimento di scambio termico è alto (80-95%), ma non 100%, valore da sogno!
Quindi se confrontate la stessa casa con o senza VMC, risulterà più economica la seconda, ma in essa vi sarà una qualità bassissima dell'aria e di sicuro muffe in corrispondenza dei ponti termici, verificato su decine di nuove abitazioni, classe B e A, costruite in zona climatica E.
Se invece nella stessa casa, confronterete il ricambio d'aria attuato manualmente, oppure da una VMC, osserverete la differenza anche in termini economici, perchè quando aprite le finestre non avete certo recupero del calore!

Ma torniamo al punto chiave che mi aveva invogliato a scrivere, ovvero alla necessità di avere pochi impianti, quelli davvero indispensabili (come la VMC), ma soprattutto un involucro ben progettato e ben realizzato.

Quante case pensate abbiano una simile complessità dentro le pareti? Presa da qui.

martedì 21 luglio 2015

Riflessioni entropiche estorte dalla calura

Scritto da Estrolucente



La riflessione riguardo l’idea della creazione del mondo da parte di un ipotetico Dio, mi pone inaspettatamente un problema, che tento in qualche modo di schematizzare.

Sappiamo che l’entropia nell’universo non può che aumentare. Chiamiamolo Caos, per semplificare. O disordine. E’ una legge fisica.
Si possono dare soltanto tre casi:

1 – il fatto che il Caos sia un qualcosa che non può che crescere è precedente a Dio,
Dio lo sapeva e doveva farci i conti
2 – il fatto che il Caos sia un qualcosa che non può che crescere fa parte della creazione fin dalle fasi progettuali, quindi è un’idea di Dio
3 – il fatto che il Caos sia un qualcosa che non può che crescere è una modifica fatta da Dio in corso di costruzione dell’universo; non era previsto, e costituisce quindi (plausibilmente) un miglioramento dell’idea iniziale

lunedì 20 luglio 2015

Sense8 di Lana e Andy Wachowski e J. Michael Straczynski

Articolo di: AleK

Non sono un amante delle serie TV, a parte poche eccezioni, tipo The Wire e pochissime altre, mi fanno decisamente schifo un po' tutte... nel migliore dei casi mi lasciano indifferente.
Non sono neppure un amante del cinema dei fratelli Wachowski. Ai tempi pure io mi esaltai con Matrix, ma nulla più, ogni altro loro lavoro mi ha lasciato sempre più che perplesso, almeno fino a Cloud Atlas, uno dei polpettoni più pretenziosi da me mai visti, dal momento che Jupiter Ascending non l'ho ancora guardato.

Date le premesse, non c'erano molte speranze che questo Sense8 potesse piacermi, tanto che fino all'ultimo ero indeciso se investire o no il tempo necessario per guardarlo, eppure, sorpresa, non solo mi è piaciuto, ma lo reputo pure senza alcun dubbio la loro opera migliore.
Ed ora vi spiego il perché...

Dalla casa in classe A italiana alla passivhaus tedesca, può non esser sufficiente solo il denaro

Scritto da: Ataru Moroboshi

Il titolo del post non è una provocazione, è un'amara realtà!
Un committente che desideri abitare realmente in una casa con standard passivhaus (consiglio il blog espertocasaclima) deve disporre, oltre che di un ingente capitale iniziale, anche di conoscenza nel settore. Conoscenza e non le solite (purtroppo utili) conoscenze all'italiana!
Deve anzitutto informarsi moltissimo e ragionare, perchè non esiste una sola via per giungere all'obiettivo, non esiste un progetto adatto a tutti i climi, ne tantomeno un solo materiale che garantisca performance adatte a tutte le condizioni, bensì infinite combinazioni.

Riprendo questi due miei post (teoria e realtà della casa passiva in Italia), dei quali posso ancora difendere ogni singola affermazione, per integrarli ulteriormente ed arrivare ad una conclusione.
La passivhaus rappresenta l'obiettivo ultimo, ma già una reale classe A, sarebbe un bel punto dì arrivo.

Esempio di splendida passivhaus, presa da qui.


giovedì 16 luglio 2015

Astronaut - The Last Push (2012), scritto e diretto da Eric Hayden.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Astronaut - The Last Push è un film poco noto del 2012 (link trailer), opera prima dell'ancor meno noto regista Eric Hayden, che ne ha firmato anche soggetto e sceneggiatura.

Pur senza saper nulla di regista e trama, mi sono avventurato nella visione di questa pellicola e devo dire che i 90' che vi ho dedicato, sono stati spesi piuttosto bene.
Il film è catalogato come opera di fantascienza, ma in realtà è la storia di un uomo, anzi, di alcuni tipi di uomini, quelli divorati dal desiderio di esplorare, e racconta le rinunce a cui debbono sottoporsi per seguire realmente la propria natura.

Locandina presa da qui.

Vediamo come è messa in scena questa tematica.

lunedì 13 luglio 2015

Ex machina, di Alex Garland (2015). Dall'intelligenza artificiale a Pirandello.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Dopo il capolavoro assoluto di Spike Jonze "Her" (2013) e l'interessante Autómata, di Gabe Ibáñez (2014), credevo che a breve nulla avrebbe potuto aggiungere qualcosa al tema delle intelligenze artificiali (IA). Per fortuna mi sbagliavo.
Questo film rappresenta l'opera prima del regista Alex Garland, che si è occupato anche del soggetto e della sceneggiatura, cosa che aveva già fatto per "28 giorni dopo", "Sunshine", "28 settimane dopo",  lo splendido "Non lasciarmi" e "Dredd": di questi ultimi due non ha la paternità del soggetto, al contrario di "The beach" e di "The tesseract".

A logica, dalla carriera di Garland mi aspettavo ormai un "28 anni dopo" (!) ed invece ha deciso di stupire regalando una versione moderna di Frankenstein, ambientata ai giorni nostri ed impreziosita col tema della intelligenza artificiale.



Vediamo come il regista inglese è riuscito in appena 3 mesi di riprese fra la Norvegia e Londra ed un limitatissimo budget di appena 11 milioni di dollari a confezionare un film bello, malgrado alcuni scivoloni, ove molti registi holliwoodiani avrebbero (o già hanno, giusto Spielberg?) fallito miseramente, seppur con finanziamenti 15-20 volte superiori.

martedì 7 luglio 2015

The congress (2013), di Ari Folman: essere come nei propri desideri, è un bene?

Scritto da: Ataru Moroboshi

Con enorme ritardo sull’uscita in sala, ecco qualche considerazione sul film “The congress”, lavoro del talentuoso israeliano Ari Folman, che mi sono gustato senza alcuna anticipazione sull’opera, evitando tutti i preconcetti che mi avrebbero donato le recensioni, consultate solo dopo la visione.

Il film del 2013 trae origine dal romanzo "Il congresso di futurologia" di Stanislaw Lem (1973), lo stesso autore del più noto Solaris e partiamo subito con l’affermare che, contrariamente a molti, hai apprezzato parecchio la pellicola.
Diamo il via alla dissezione delle motivazioni.

Immagine presa da qui.

mercoledì 1 luglio 2015

Castelli in aria

scritto da Estrolucente


Immaginate due porzioni di spazio ben definite, di uguali dimensioni. 
Diciamo due cubi identici. Non importa quali siano le dimensioni da voi scelte, ma una volta che avete deciso non potete più cambiare.