mercoledì 3 giugno 2015

La cosa marrone chiaro e altre storie di Fritz Leiber

www.cliquot.it
Articolo di: AleK

Ed eccoci alla recensione dell'antologia dedicata a Leiber da parte di Cliquot e della quale vi avevo già parlato qualche tempo fa nell'articolo dedicato a Qualcuno urlò: strega!.

Ancora una volta vi proporrò la forma incivile della classifica, in modo che siano chiare le mie preferenze. Noterete che molti racconti occupano posizioni diverse mantenendo però lo stesso voto, non sono pari merito, in tutte le mie classifiche faccio sempre una scala di gradimento reale (a meno che non sia specificato diversamente) anche se ho lasciato perdere la numerazione dall'ultima posizione alla prima perché va bene il degrado culturale, ma a tutto c'è un limite e io le classifiche non le sopporto più dai tempi in cui lavoravo in libreria e i clienti mi chiedevano quale fosse la Top Ten per portersi guidare negli acquisti... e ovviamente in classifica non ci finiva mai nulla di decente, neppure per sbaglio.
E di sicuro non ci troverete mai questo libro, perché si tratta di un ottimo progetto letterario che presenta al pubblico italiano diversi ottimi racconti dimenticati di Leiber.

E allora, iniziamo col discutere del racconto che meno mi è piaciuto (che è anche l'unico a non essermi piaciuto)...


Il nero ha il suo fascino

Voto: E

Terribile racconto, per fortuna è l'ultimo della raccolta così può lasciare solo un po' di disappunto finale senza influenzare la lettura degli altri ottimi racconti.
Non so se ci sia più di un piano di lettura, non so neppure se sia una sorta di autocritica (e in questo caso sarebbe uno dei racconti più patetici del mondo) so solo che sono arrivato alla fine stremato dopo la valanga di ridicoli moralismi da quattro soldi che ha vomitato la protagonista dall'inizio alla fine. Tutte le più atroci banalità che una persona può sparare nel criticare un rapporto di coppia sono qui concentrate senza pietà verso la salute mentale di un lettore che conosca più di due storie. Con l'aggiunta di una critica al razionalismo che, davvero, se non mi avesse fatto sanguinare gli occhi, mi avrebbe fatto ribaltare dal ridere...
Pessimo.


La cosa marrone chiaro

Voto: B

E' praticamente Nostra signora delle tenebre, per lo meno io, andando a memoria, non ho riscontrato particolari differenze.
Si tratta dell'opera più vasta presente nella raccolta e non solo in termini di lunghezza, dentro c'è un po' tutto Leiber, dal tema dell'alcolismo agli studi su Jung, però è anche quella narrativamente più pesante. Cosa comune nelle sue opere e che ripeterò anche in seguito in questa recensione, è la sua abilità nel descrivere piccoli atti quotidiani, che fanno sembrare il protagonista una persona reale. E in un certo senso, probabilmente lo è, anche lui come l'autore ha perso la moglie ed è appena rinato dopo una storia di alcolismo. A mio avviso è proprio questa la parte più interessante dell'opera (delle opere) proposta: sullo sfondo di una storia sovrannaturale leggiamo parte della vita reale di un autore, i suoi dolori, le sue debolezze, la sua voglia di ricominciare.
Molto interessante il finale (anche se un po' ingenuo), in cui sarà la razionalità a portare una svolta negli eventi, dopo esser stata messa da parte nella scoperta delle entità paramentali.


La villa del ragno

Voto: B

E' la storia più classica e lineare della raccolta, accade esattamente quel che ci si aspetta che accada (lasciandoci compiaciuti), se non fosse un'opera degli anni '40 direi trattarsi di un bellissimo esempio di fan service da parte di un autore.
Però ha una marcia in più rispetto a opere similari: si percepisce nei protagonisti il disprezzo e il razzismo di fronte a certi tipi di persone, nonché l'ipocrisia nel cercare di nasconderlo. Però senza fare tanti pistolotti morali, i personaggi sono naturali e perfetti ma, soprattutto, veri. Inutile girarci intorno, al di là dei fenomeni che cercano di sdoganare il razzismo per ottenere favori politici e scaricare le loro colpe su altri, la gran parte delle persone non è che è razzista o classista, è molto ma molto più estremista: provate a partecipare a un matrimonio in maglietta e pantaloncini corti per vedere gli sguardi schifati degli altri invitati appartenenti al vostro stesso gruppo etnico e livello sociale. E parlo per esperienza, c'erano 42 gradi...
Le reazioni dei protagonisti di questo racconto sono così genuinamente umane e fastidiose da farmelo apprezzare pienamente.


Il demone del cofanetto

Voto: B

Opera curiosa, al di là della tematica proposta (una critica allo star system e a una società basata solo sull'apparire e sul gossip) che già di per sé è sufficiente a renderlo molto interessante, è la sua struttura narrativa ad avermi colpito: è un'opera horror con basi umoristiche. Però non costruito per far ridere, la parte umoristica è una sorta di profezia demente che funge da motore alla storia, ma la storia in sé non è per nulla comica, anzi, è quasi angosciante, un tentativo disperato di risalire il viale del tramonto da parte di una celebrità ormai finita, reso attraverso la battaglia contro un'entità demoniaca. Niente male.


Richmond, fine settembre, 1949

Voto: B

All'inizio lo ritenevo un semplice gioco letterario, un esercizio di stile, ma dietro a questo raccontino fatto di citazioni e con finale a sorpresa si percepisce tutto il dramma e la vergogna dell'essere alcolisti e lo si percepisce molto, molto più rispetto a tutte le altre opere qui presenti.
Non posso aggiungere altro senza fare fastidiose anticipazioni di trama...


Fantasie paurose

Voto: B

Anche qua il massimo Leiber lo dà descrivendo piccoli vizi e manie reali in un contesto sovrannaturale. Dalle descrizioni degli incubi alla nascita dell'amore con l'incontro di un personaggio affascinante, passando per le piccole manie erotiche, si tratta di un racconto quasi perfetto, non fosse che le varie parti di cui è composto non combacino proprio perfettamente sul finale...
Comunque, racconto memorabile, la parte del corteggiamento timido del protagonista, vittima del fascino esercitato da una ragazza misteriosa, vale il racconto intero e il finale, freddo e crudele, è quasi perfetto.
Anche se il tono è allegro e divertente, la fine a ben pensarci è angoscia pura. No, l'amore non vince su tutto, ci sono vizi terreni ben più potenti...
Comprende una delle migliori descrizioni della mediocrità comune mai lette:
"... con una mano sotto il ventre si toccavano il cazzo mezzo duro con disinvolta lascivia, mentre con l'altra reggevano una lattina di birra o un sigaro o entrambe le cose, e per tutto il tempo vomitavano senza sosta un denso fiume melmoso di merdose chiacchiere su delitti, sport e sesso, su potere e profitto."


Il signor Bauer e gli atomi

Voto: B++

Bellissimo racconto breve che parla di un'ossessione che, come tutte le ossessioni, ti prende il cervello e non te lo molla più, facendoti cadere in una spirale di paranoia fino a portarti, letteralmente, alla distruzione.
"Qualunque cosa i tuoi pensieri decidano di fare, non puoi fermarli"
Spesso in poche pagine si possono scrivere grandi storie, come questa, interessante, fantasiosa e piena di umorismo.


Qualcuno urlò: strega!

Voto: A

Per me è il capolavoro della raccolta al quale, come anticipato, ho dedicato un intero articolo che potete leggere cliccando QUA.

---

Conclusioni

Un ottima raccolta composta da racconti di buona qualità e interessanti, peccato per il racconto finale, abbastanza inutile...
Aggiungo, per chi fosse interessato, che completa l'antologia anche un articolo saggistico scritto da Leiber riguardo alla sua storia editoriale con la rivista Weird Tales. A mio avviso non è nulla di che, ma è comunque un qualcosa in più che impreziosisce l'antologia.
La cosa migliore è che non si tratta di una raccolta per appassionati di Leiber o collezionisti (a parte il racconto La cosa marrone chiaro che a mio avviso è dedicato proprio a questo tipo di pubblico) ma per qualsiasi amante della letteratura di genere e non: i racconti presentati sono di alta qualità e meritavano di essere riproposti in una antologia.

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog non è una democrazia. Gli amministratori si riservano il diritto di rimuovere qualsiasi commento secondo il loro insindacabile giudizio.