giovedì 21 maggio 2015

Mad Max: Fury Road di Geoge Miller

www.madmaxmovie.com
Articolo di: AleK

Non volevo scrivere questa recensione, mi ero riproposto di non cavalcare mai l'onda del marketing con i miei articoli, non perché voglia fare l'alternativo o il fighetto, semplicemente perché quando esce un titolo di questo tipo tutti ne scrivono una recensione ovunque, dai blog ai forum passando per i social network.
Che mai potrei aggiungere alle valanghe di parole già usate? Ben poco credo...

Eppure qualcosa devo scriverlo, perché reputo questo Mad Max un film epocale, un vero capolavoro.

Pensavo di odiare i film di pura azione, mi annoiavano a morte; pensavo di odiare gli inseguimenti d'auto; pensavo di odiare le sparatorie continue, pensavo di odiare tutte queste cose e Miller mi ha fatto capire che non era quello che in realtà odiavo. Quello che tanto disprezzavo erano una marea di film orribili diretti da delle capre e prodotti da dei tumori, destinati a un pubblico di boccaloni che solo ingurgitano senza mai assaporare alcunché e che vogliono sempre di più e sempre più esagerato in maniera sempre più grossolana.


Sono molto affezionato alla saga di Mad Max, anche se a volte si leggono alcune imprecisioni, tipo quando si afferma che si tratti di una saga post-apocalittica, quando in realtà non è esattamente così...
Il primo capitolo della saga, che da piccino non amavo molto ma che da adulto ho rivalutato tanto da considerarlo il migliore, non è post-apocalittico, bensì pre-apocalittico (e questa genialata non gliel'ha copiata ancora nessuno a Miller), parla di un mondo al collasso, che si sta avvicinando sempre di più alla barbarie, i governi e le istituzioni perdono potere, le periferie sono abbandonate alla mercé di bande di criminali e in tutto questo, uno sparuto numero di uomini lotta contro tutti per mantenere un'apparenza di civiltà, prima del collasso finale. Profetizza una fine della civiltà molto reale, con una caduta senza far rumore. E' una storia di avvilimento, perdita di fiducia e di vendetta. Quando sento parlare del film Saw e delle cose incredibili che propone tipo la scena con la sega e le manette, mi vien da piangere. E chi ha visto il film sa il perché.
Il secondo capitolo è post-apocalittico, il mondo è al collasso e le guerre per le materie prime devastano il pianeta e ci sono intere aree in cui è stata distrutta ogni forma di civiltà. E' il film più famoso, diversissimo dal primo per forma e per contenuti, dopo l'avvilimento Max Rockatansky torna a lottare per la speranza. Esteticamente segnerà un'epoca... tanto che si tratta di solito del capitolo preferito da quasi tutti.
Il terzo è un film per ragazzi, se non vado errato è il primo in cui si parla esplicitamente di guerra nucleare, a questo punto l'intero pianeta è ridotto a un deserto e la civiltà è stata spazzata via ovunque. Ancora una volta si tratta di un film diversissimo rispetto agli altri, in questo caso pure nei toni, molto più scanzonati. Per quanto mi riguarda è stato massacrato da un finale indegno in cui si equipara il concetto di civiltà a quello del "vivere in città". Molto, molto retard come finale.

Ed eccoci al quarto capitolo, atteso senz'ansia, anzi, neppure lo attendevo, mi aspettavo una schifezza. E ho incontrato un capolavoro.

Anche se può sembrare una storia d'azione ed esplosioni senza trama, vi prego di soffermarvi sui dettagli: è una storia corale come non se ne vedono mai, non ci sono eroi o protagonisti di spicco, non c'è nessuno così superiore alla media in forza o intelligenza da poter fare la differenza, né tra i protagonisti né tra gli antagonisti, sono un gruppo e lavorano assieme alla pari, anche (ripeto) gli antagonisti. Neppure Max, non è più forte degli altri, non è più intelligente, non è il miglior pilota né il miglior meccanico è solo un uomo in fuga dai suoi fantasmi. La stessa cosa la si può dire per Furiosa o per qualsiasi altro personaggio, anche gli alfieri del "Cattivo".
Ogni personaggio è perfettamente amalgamato nella storia e la porta avanti allo stesso tempo degli altri, quando non è sotto il riflettore, continua a esistere, ad avere una dignità, un senso.
Gli eroi mi hanno annientato gli zebedei, nella vita nessuno (o davvero pochi) da soli fanno la differenza, ma il cinema ci ha ormai abituati a vedere squadre o eserciti di fantocci inutili e sacrificabili messi in scena solo per far presenza, perché comunque saranno l'eroe o il cattivo a determinare l'esito degli scontri.
Qui nulla è scontato. Non c'è la solita mattanza durante la quale solo i protagonisti principali sopravvivono; non c'è la storia d'amore (ma l'affetto è presente); non ci sono pipponi o drammi quando una persona cara muore, come se il mondo si fermasse. Ci sono solo persone che si scontrano o si aiutano. Credo sia l'unico film (vado a memoria, potrei sbagliarmi) in cui delle comparse tra gli antagonisti siano riuscite ad emozionarmi come se fossero dei protagonisti! Personaggi che in libro occuperebbero due righe, tra una battuta e l'altra del protagonista o, in un film, giusto un'inquadratura per far sapere allo spettatore che esistono prima di trucidarli, qui compiono azioni epiche e di grande impatto proprio come i protagonisti, se non superiori.

E il nemico... il nemico è colui che amministra i beni di prima necessità e li concede alla gente in maniera sufficiente a non farli ribellare ma limitata in modo che ne abbiano sempre bisogno. Il nemico è il nostro bellissimo stipendio mensile che ci permette di comprarci lo smartphone ma che non ci darà mai una sicurezza e una libertà economica, il nemico è il sistema che ci mette al giogo ogni giorno e ci dice cosa sia buono o no per noi, e i suoi alfieri sono i petrolieri e i mercanti d'arme, il suo asso nella manica la religione. E quando i protagonisti (tutti reietti) si ribelleranno a questo sistema e cercheranno di fuggire verso l'Eldorado, scopriranno, come nella realtà, che non vi è alcunché al di fuori del sistema. Nulla. E che l'unica maniera per poter vivere al di fuori di esso sarà quella di attaccare per distruggerlo, in un gesto disperato dal quale può arrivare solo o vittoria o morte.
Mad Max è una fuga disperata dall'inferno dei viventi in cui reietti che nulla hanno in comune tra loro saranno obbligati ad aiutarsi a vicenda, in cerca della loro redenzione, contro gli attacchi costanti da parte di quell'inferno dal quale vogliono fuggire e che non gli dà tregua. Perché il sistema, l'inferno, vuole ingoiarci tutti e non accetta parìa liberi, ma solo emarginati assimilati e innocui.

E dopo tutto questo, arriva la forma perfetta in cui è confezionato il tutto. Registicamente perfetto, tempi sempre azzeccati, tutte le inquadrature sono utili, nessuna è buttata là a caso, anche le scene, nessuna è inutile, tutto è perfetto fin nei minimi dettagli, fotografia e montaggio inclusi. Anche nella rappresentazione del mondo ci sono dettagli così curati da sembrare vero e reale e mascherare al cervello le assurdità impossibili secondo le leggi della fisica. Il mondo è così dettagliato da attivare la sospensione dell'incredulità ai massimi livelli.
E poi, scusate, ma come ha fatto? Come ha fatto a fare un film di due ore di azione continua senza mai annoiare? Senza mai farti distrarre un secondo? Senza mai farti stancare o farti sembrare una scena sotto tono rispetto a un'altra? Io l'ho visto in sala due volte, non perché sia un malato di mente (inteso come un esaltato, un fanatico), ma perché volevo vedere se alla seconda visione reggesse come alla prima, volevo esser certo che non fosse un inganno. Entrambe le volte, nei momenti di calma, la gente sospirava per riprendere fiato. Perché sì, lascia senza fiato e mi ha lasciato senza fiato anche alla seconda visione, durante la quale me lo sono potuto godere davvero, senza annoiarmi neppure per un secondo ma, anzi, gustandomi fino in fondo ogni singola scena.
Mai in vita mia mi era accaduto qualcosa del genere. Nessun film, da ora in avanti, potrà esser definito Epico, senza paragonarlo prima a questo.

E alla fine rido, rido dei commenti di coloro che lamentano la scarsità di dialoghi, rido e ringrazio il cielo, finalmente un film che non spieghi tutto continuamente, finalmente un film in cui non ci sono cazzoni a fare battutine in mezzo a una scena di guerra, finalmente un film in cui i protagonisti non dicono stronzate ogni due secondi, riuscendo a parlare mezzora in 5 minuti, contro qualsiasi legge fisica e facendo esplodere le gonadi a colpi di banalità. In tre frasi, tre fottute frasi e due grugniti, Max comunica più concetti ed emozioni, da solo, che tutti i personaggi dell'intera (INTERA) filmografia di Bay, Emmerich e Snyder messi assieme ed elevati al cubo.

E se non vi è piaciuto o non vi piacerà, amici come prima, alla fine è comunque un film d'azione, capisco che si possa preferire altro...

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