mercoledì 13 maggio 2015

La marcia carnale di Carlton Mellick III

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Articolo di: AleK

Ormai le recensioni delle opere di Carlton Mellick III sono diventate quasi una rubrica di questo blog e ogni volta che esce un suo romanzo nuovo (in Italia) mi chiedo fino quando questo autore riuscirà a ispirarmi nello scrivere articoli, citando il tema della raccolta Mono no aware recensita la settimana scorsa, la fine è inevitabile e prima o poi arriverà.
Nel caso di questo La marcia carnale non ho avuto quella sensazione, dalla premessa sapevo che, nel bene o nel male, avrei desiderato parlato di questo libro, il tema su cui si basava la storia era molto Politico, si trattava di una presa di posizione chiara ed esplicita da parte dell'autore, una cosa che già di per sé apprezzo molto ma che unita all'argomento specifico stimolava appieno il mio interesse. Per spiegare quale sia questo tema utilizzerò le parole dell'autore proponendovi una citazione presa dalla premessa al romanzo:

Se me lo chiedete, il governo distopico più spaventoso di tutti sarebbe quello che basa tutte le sue decisioni sul rendere il mondo in primo luogo un posto più sicuro per i bambini. È nella natura umana desiderare ciò che è meglio per i piccoli, quindi sarebbe facile per un governo privarci dei nostri diritti in nome dell’amore per loro.

Ed è di questo che si tratta, un romanzo ambientato in un mondo in cui le leggi sono decise da associazioni dei genitori stile MOIGE. In pratica sarebbe come se Satana esistesse e governasse il mondo...

Mellick è un autore molto esplicito e carnale nelle descrizioni degli eventi, non usa metafore e non eleva la fisiologia da un piano materiale a uno spirituale, non c'è mai nelle emozioni o negli eventi alcunché di metafisico, è tutto sempre molto naturale, terreno, umano e, essendo questo libro basato sul sesso, il rischio di finire nella pornografia fine a se stessa era abbastanza alto.
Quel che accade però è differente, abbiamo un libro in cui il sesso è presente costantemente e ne ha sempre una descrizione esplicita e quasi mai romantica, eppure possiamo differenziare tra loro le varie esperienze del protagonista: senza che l'autore ci parli di sentimenti o usi paroloni possiamo distinguere con precisione quando si tratta di mera masturbazione col corpo di un'altra persona, quando si tratta di sesso passionale oppure quando si tratta di sesso affettivo, semplicemente dal coinvolgimento emotivo e carnale del protagonista.
Carnale è la parola chiave da non sottovalutare: Mellick ci dimostra come sia possibile descrivere azioni in maniera esplicita e rimanendo sul piano carnale (quello che molti erroneamente considerano inferiore a quello spirituale o metafisico o sentimentale) ma riuscendo a differenziarle tra loro su un piano emotivo.

Ma come anticipavo, questo è, assieme a Il villaggio delle sirene, il più politico dei romanzi di Mellick fin'ora pubblicati in Italia, anche se resta al margine degli eventi, tutte le vicende sono pesantemente influenzate dal mondo distopico descritto.
Come ho già avuto modo di dire nella recensione di Puttana da guerra o nell'articolo sulle Distopie, il genere distopico (o controutopico) viene spesso stuprato sia nel cinema che in letteratura e usato solo per produrre delle opere d'azione o d'avventura basate su tematiche che, in una ipotetica fiera delle banalità, finirebbero dritte sul podio. I regimi descritti sono "regimi" solo perché così identificati, le loro ragioni o i sistemi di controllo sono supercazzole messe lì a caso, con crudeltà fatte a caso e ideologie messe in piedi a caso, non c'è alcuna critica sociale, nessun tema sviscerato per indurre una qualche riflessione e, quasi sempre, la gente lotta per ritornare a vivere in un sistema politico che è quello attuale in cui viviamo. L'inutilità totale.
Pe fortuna Mellick non scrive questo genere di porcherie, i What if delle sue opere sono basati su problemi attuali, realmente esistenti nel nostro mondo, che vengono espansi e resi pensiero dominante, speculando poi su quelle che potrebbero essere le conseguenze più probabili. Ovviamente il tutto condito con molta ironia e fantasia.

Qualche tempo fa era stata aperta una pagina Facebook intitolata "Che schifo i neonati" o qualcosa del genere... non che ci tenga a difendere il tizio che l'ha aperta, me ne frega davvero poco, però era palesemente un troll ben conscio dell'isteria presente sui social network ma, soprattutto, conscio dell'incapacità di comprendere un testo scritto o una situazione da parte della gente. Passava le giornate a postare foto di bebé commentando "Che brutto" o "Che aborto", una cosa che qualsiasi normodotato non si sarebbe cacato nemmeno di striscio bollandolo come un poveretto, ma che il popolo di facebook invece... beh, in pochi giorni è passato da qualche decina di "like" a più di diecimila. Rimpiango solo di non aver fatto uno screenshot all'epoca, purtroppo quelli presenti ora in rete visualizzano solo cinquemila like (devono esser stati presi durante la parte discendente della parabola), e sono di siti a cui non voglio fare pubblicità, gente furba che ha capito lo scherzo ma che si indigna perché si sfruttano i minori per ottenere visibilità. Regalandogli, con il loro articolo, ulteriore visibilità e ricevendone pure in cambio parecchia cavalcando l'onda del moralismo.
Che la pagina avesse avuto un successo esplosivo non era difficile accorgersene, quando la scoprì feci uno scroll veloce e pochi post sotto all'ultimo si commentava il fatto che fosse una pagina con meno di cento iscritti. Il che significa che in qualche giorno e con due stupidaggini aveva aumentato il traffico di due ordini di grandezza!
E a commentare non era gente d'accordo con l'amministratore (a parte qualche trollone suo complice) ma una serie di lesionati che sbraitavano offese e auguri di morte verso l'amministratore della pagina. Certo, molti di loro erano complici e scaldavano solo gli animi però... diecimila like... il successo fu così grande che fu aperta addirittura la pagina "Hanno arrestato l'amministratore della pagina che schifo i neonati" (vado a memoria con i nomi) naturalmente da parte dello stesso tizio o da un suo amico e nella quale pubblicavano delle foto di arresti a caso... Anche lì migliaia di like come una pioggia... e anche lì gente che augurava, nel migliore dei casi, una morte rapida ma soprattutto gente che non capiva quanto accadesse e esprimeva gioia! Qualcuno addirittura commentava le foto dell'arresto dicendo che tra una e l'altra il tizio arrestato sembrava essere diverso... no comment.
"Je suis Charlie"
Questa gente esiste ed è attorno a noi. Non si rendevano neppure conto che più commentavano, più rendevano visibile la pagina.
Erano spinti dal desiderio di proteggere i bambini.
Da cosa, non si sa.
Ma loro dovevano intervenire, perché un troll diceva che erano brutti.
E sono intervenuti a migliaia.
Nessuno si è reso conto dello scherzo.

Sto seriamente pensando di iscrivermi a qualche facoltà di scienze sociali e scrivere una tesi al riguardo, intitolata: No future: Mellick lo aveva previsto.
Anche se in realtà fu Heinlein a prevederlo nel suo Fanteria dello spazio più di sessant'anni fa, quando immaginò che una delle cause della caduta del mondo civilizzato sarebbe stata l'estrema mania di proteggere i bambini e di renderli intoccabili, trasformandoli in adolescenti viziati, ignoranti e privi di qualsiasi senso di responsabilità..

La marcia carnale parla di un mondo governato da queste persone, accecate dall'isteria del dover proteggere i bambini da tutto e tutti, facendoli vivere in una bolla che gli impedisca di avere qualsiasi contatto con la realtà e facendoli crescere ancora più disagiati di loro stessi. Ovviamente con tante spruzzate di ipocrisia prese direttamente dal nostro mondo reale.

E' difficile concludere questa recensione senza inserire pesanti anticipazioni di trama, davvero ci sarebbero anche altre finezze presenti e di cui vorrei parlare, come le fobie verso la scienza e gli alimenti non naturali (qualsiasi cosa essi siano) oppure l'esaltazione malata delle tradizioni come se fossero sempre meglio rispetto al nuovo, tutte cose che se iniziassi a trattare nel loro contesto vi rovinerei senza pietà la lettura. Ma soprattutto mi è difficile parlare dell'incredibile finale, nel quale viene lasciato tutto da parte per terminare con un tema (apparentemente diverso) sull' accettazione della diversità, senza fobie o pregiudizi.
Forse La marcia carnale è un romanzo di maturazione, di crescita del protagonista durante varie tappe sessuali, fino a conoscere l'Amore, quel particolare momento in cui si desidera essere un tutt'uno col proprio partner, indipendentemente dal fatto che tale desiderio sia condizionato da mediatori chimici e non dal nostro pensiero libero... ma d'altra parte il nostro pensiero è sempre condizionato da mediatori chimici, credere che la nostra mente (intesa come pensiero, non come cervello) sia qualcosa di alieno dal nostro corpo o di superiore, tanto da poterlo dominare, è una mera utopia e molto poco fisiologico.

2 commenti:

  1. Allora...indubbiamente Mellick III ha capito bene il meccanismo (e magari anche il futuro) ci gioca nei suoi scritti e si diverte a confondere il lettore con le sue certezze.
    Per quanto riguarda invece i minus habens che circolano nella rete 2.0, come definirli?
    Avevo letto del Troll della pagina FB sui neonati ma avevo deciso di ignorarlo. Con Gente del genere l'unica risposta possibile è non alimentare le loro idiozie.

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    1. Ai troll ormai ci sono abituato, quello che mi ha spaventato è stata la reazione violenta di migliaia di persone, solo per aver scritto che gli facevano schifo i neonati.
      Imputiamo quanto accaduto alla redazione del Charlie Hebdo a dei fanatici estremisti, stranieri, di culture lontane alla nostra, ma sarebbe ora di fare un attento esame di coscienza.

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