lunedì 27 aprile 2015

[Riflessioni] Su Il signore degli anelli di J. R. R. Tolkien

compagna di mille avventure...
Articolo di: AleK

Sono passati quasi vent'anni dall'ultima lettura de Il signore degli anelli, dunque questa non sarà una recensione, quasi non ricordo alcuni eventi e a volte non so neppure se Tom Bombadil me lo sia sognato o fosse davvero presente...
Per di più, che senso avrebbe una recensione di quell'opera? Sono stati spesi fiumi di parole da parte di gente molto più competente di me, qualsiasi cosa possa scrivere sarebbe o superflua o vecchia.

Dunque mi limiterò ad una breve riflessione anche se forse pure queste righe sono già state scritte... per lo meno lo spero, avrei qualche altro animo affine al mio là fuori da qualche parte.

Ho iniziato a scrivere le mie opinioni su un blog perché, a parte qualche eccezione, non apprezzavo quasi mai le recensioni che leggevo su riviste o in internet, mi sembrava si soffermassero solo sul superfluo e molte volte erano solo dei riassuntoni della trama dai quali non si capiva minimamente che cosa avesse colpito la mente del recensore per parlarne bene e dico bene perché era ed è un po' difficile trovare recensioni che stronchino un'opera, nonostante nel fantasy e nella fantascienza siano state scritte le peggiori porcherie.
Per fortuna, grazie al blog, sono pure riuscito a conoscere lughi interessanti da frequentare quindi potrei anche smettere di imbrattare la rete... ma, come disse Syrio Forel prima di morire, non oggi.

Per tornare polemico, nel caso de il signore degli anelli, raggiungiamo l'apice del problema...

La maggior parte delle recensioni si soffermano sulla costruzione del mondo effettuata da Tolkien, sui suoi studi, sui miti da lui citati, sulle lingue create, sull'epicità della storia, sullo scontro tra il Bene e il Male...
Cose che a me non interessano molto.

Non è un romanzo che apprezzo particolarmente, lo confesso, non amo molto le storie in cui Il Male esiste ed è responsabile di ogni nefandezza e in questo libro il concetto arriva a vette altissime: dove camminano gli emissari del Male non cresce nulla, ci sono solo rovi, sterpi e pantani. Però è un romanzo che rispetto, perché ha dei contenuti per me importantissimi e sottovalutati da molti lettori.
Mentre gli esperti ci parlano delle varie citazioni sulla mitologia nordica, si perde di vista il punto cruciale dell'opera, è un romanzo che dà una lezione importante ma che tutti sottostimano: non si può sconfiggere il Potere usando il Potere. 
Il Potere corrode l'animo, dà dipendenza, il Potere ti fa credere di essere diverso, che le tue ambizioni siano nobili, di essere in grado di rovesciare il Sistema standone dentro, ti fa credere che tu potrai cambiare tutto, che si possa spegnere il fuoco usando lo stesso fuoco ma, mentre ti fa credere tutto questo, inizia a corromperti piano piano, senza che te ne accorga, fino a quando non potrai più fare a meno del Potere e sarai parte integrante del Sistema.

L'anello è una stupenda metafora di tutto ciò, non rappresenta il Male, rappresenta il Potere che corrode, che fa crescere l'ambizione, che ci fa ritenere migliori e, mentre lo fa, cerca di acquietare la nostra coscienza facendoci credere in grado di resistergli, di essere migliori di altri e di poter usare quella forza per poter sconfiggere il Male, ovvero poter cambiare le cose. Ma la verità è che le cose non cambiano mai, perché chi ci prova, viene inesorabilmente corrotto e trasformato.
Delle opere che affrontano il tema, si possono citare il film Tropa de elite II di José Padilha (anche se lì il finale è quasi più fantasy che in Tolkien) e il grande classico Cuore di tenebra di Joseph Conrad (e anche in questo caso, molti vedono solo la parte anti-imperialista) così come La fattoria degli animali di Orwell ma, anche se le preferisco, continuo ad apprazzare di più la maniera proposta da Tolkien.
Quello che mi causa un misto tra rabbia e tristezza è che tutti gli emuli di Tolkien abbiano saccheggiato la parte più superficiale della sua opera per creare le proprie porcherie, dimostrando che in realtà quello che piace al pubblico, sono le cazzate.

Nonostante sia lontano dall'essere il mio libro preferito, Il signore degli anelli meriterebbe una lettura critica all'interno della scuola per discutere dei suoi temi: il potere, la decadenza, il disinteresse della natura sui tormenti degli uomini... c'è l'imbarazzo della scelta. E così facendo, oltre a dibattiti interessanti ed educativi, si potrebbe far capire perché tra le opere fantasy è ancora una delle migliori e che il motivo non ha nulla a che vedere con la sua originalità, le sue citazioni, la sua epicità o le inutili lingue inventate da Tolkien.


Edit (15-01-16): durante una discussione piuttosto interessante mi si è fatto notare che lo stesso tema è presente anche in Star Wars (un opera che non amo molto). In realtà io la penso differentemente e questo mi ha fatto venire il dubbio di non essermi spiegato molto bene in questo articolo.
Il tema non è tanto il Potere che corrompe, ma l'impossibilità di vincerlo o addirittura di poterlo usare contro se stesso.
In Star Wars c'è una sorta di serpente tentatore contro cui lottare che cerca di sedurre e attrarre volontariamente e consapevolmente a sé. Questo purtroppo veicola l'idea che gli si possa resistere, che lo si possa affrontare e vincere. Tanto che Luke ci riuscirà.
Ne Il signore degli anelli è quasi il contrario, non c'è scampo, cadono tutti. Non vi è un antagonista che tenti direttamente i personaggi faccia a faccia e contro cui lottare, vi è solo la rappresentazione allegorica del Potere sotto forma di anello e la tentazione e la caduta avvengono in maniera molto più subdola e inconsapevole. Nell'opera chiunque venga in contatto con l'anello, anche solo sapendo della sua esistenza, non ha speranze di vittoria, tanto che alla fine anche il portatore ne verrà sopraffatto e la lotta non è contro un'entità esterna e aliena a noi, ma è contro noi stessi. Il messaggio è molto diverso, così come il livello qualitativo.

2 commenti:

  1. Hai ragione: di solito si dimentica l'aspetto più interessante del romanzo è proprio l'analisi del potere che corrode.
    Poi, tutto il resto viene di conseguenza...

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    1. E' un tema che reputo molto importante e che molti sottovalutano anche nella vita reale. Boromir e Saruman sono probabilmente i personaggi più umani del libro. :)
      Non so se hai visto Tropa de elite II, è interessante, tratta il Sistema come se fosse un organismo vivente che attacca e si difende dai propri nemici, mentre cerca di mantenere il controllo del proprio dominio. Come quel regista sia finito a girare il rifacimento di Robocop (con quei risultati) è per me un mistero...

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