lunedì 20 aprile 2015

Qualcuno urlò: strega! (Cry Witch) di Fritz Leiber

www.cliquot.it
Articolo di: AleK

Oggi voglio parlarvi di un racconto breve di Leiber pubblicato nella nuova antologia La cosa marrone chiaro e altre storie dell'orrore (della quale vi parlerò nelle prossime settimane) edita recentemente da Cliquot.

Apparentemente si tratta di una storia soprannaturale che ruota attorno alla figura di una femme fatale, ma nella realtà c'è molto di più dietro. Se lo avete letto, vi sarete resi conto che, alternati a periodi concreti, ve ne sono altri che sembrano quasi surreali, con atmosfere tipiche dei racconti di Kafka o di Ende piuttosto che di una storia fantasy o del terrore comune. In alcuni momenti non si riesce a comprendere davvero se il protagonista stia vivendo un fatto reale o se se lo stia solo immaginando.
Questo accade perché in realtà si tratta di due storie che vengono raccontate in parallelo, da una parte c'è quella rappresentata dalla femme fatale, come detto, dall'altra c'è la storia di maturazione, o meglio di individuazione, del protagonista che affronta la propria crescita spirituale attraverso l'incontro con certi personaggi ispirati agli archetipi junghiani.

Vi avviso che questa recensione sarà diversa dal solito, purtroppo per potervi parlare dei temi presenti nel racconto dovrò fare diverse anticipazioni di trama... è inevitabile.

Faccio anche un'altra premessa importante, come dicevo questo racconto è ispirato alle teorie di Jung, ma io non ho mai studiato in maniera approfondita Jung, ho solo qualche vago ricordo che viene dai tempi del liceo, dunque non potrò farne un'analisi critica approfondita e non non sarebbe neppure mia intenzione farlo, perché il fatto che Leiber si sia ispirato a Jung, non significa che ne abbia voluto fare propaganda nel suo racconto, significa solo che ha usato alcuni elementi per parlarci di qualcosa. Cosa esattamente rappresenti ogni soggetto presentato, lo sa solo Leiber, io non posso far altro che limitarmi a speculazioni.

Per fare una introduzione rapida e terra terra, Jung teorizzava che certe impostazioni mentali fossero in qualche modo ereditarie e che provenissero da una sorta di inconscio collettivo, da non confondere con l'inconscio personale che deriva dalla propria esperienza. Supponendo l'esistenza di questa cosa definita inconscio collettivo, va da se che certi simboli, certi ideali, certi modi di riflettere, siano comuni a tutti, indipendentemente dall'estradizione sociale o dall'ambiente culturale e dunque sia possibile riconoscere certi archetipi comuni, simboli carichi di significato che chiunque può vedere o percepire in maniera similare.
Alcuni personaggi protagonisti di questo racconto sono appunto archetipi junghiani e, secondo Jung stesso, durante il processo di crescita è possibile avere visioni di questi archetipi come accade al protagonista.
E qui finisce la lezioncina, come vi dicevo, non ho le competenze per parlare di Jung e, detto tra noi, mi affascina, ma non più di tanto, io sono molto più materialista che idealista (inteso come pensiero filosofico).

Torniamo al racconto, la genialità di quest'ultimo sta proprio nella dicotomia di cui vi parlavo, da una parte abbiamo la protagonista senza nome che da brava femme fatale distrugge coloro che si innamorano di lei, dall'altra abbiamo la sua rappresentazione metaforica, si tratta infatti palesemente dell'archetipo chiamato Anima.
Senza rientrare nelle definizioni si può dire che l'Anima rappresenti il contenuto spirituale di una persona e, anche se non ha alcunché cui spartire con concetti religiosi, non è improbabile che in questa storia possa rappresentare anche il concetto di fede. Lo suppongo per via di alcuni passaggi del libro e no, non sono credente, non vedo temi religiosi ovunque...
L'Anima, come tutti gli archetipi ha sia aspetti positivi che negativi, può donare gioia e ispirazione, così come può distruggere il mal capitato che si fa da lei sopraffare. Ma soprattutto l'Anima si manifesta agli uomini con le sembianze di una donna (d'altra parte rappresenta l'aspetto femminino della mente maschile) che può essere una madre, una giovane ragazza, una strega, una prostituta, ecc... a seconda delle personalità.

Nel racconto in questione è vista dal protagonista come prostituta. E in effetti lo è, vi ricordo que questo racconto non è una trattazione del pensiero junghiano, gli archetipi sono anche personaggi reali e la storia è arricchita del pensiero di Leiber.
L'Anima, che rappresenta la spiritualità, va con tutti, deve essere posseduta da tutti, e lei ne è felice, perché è causa di gioia in chi la possiede, non può fare differenze, è un problema del protagonista quello di percepire il fatto come qualcosa di negativo. La donna, quando glielo racconta lo fa con "un'aria da cane bastonato e allo stesso tempo come se si aspettasse le mie congratulazioni". Per lei non vi è alcunché di male nel farlo, è solo un po' triste perché lui pensava di essere il solo a stare con lei. Questa stupidità palese del protagonista nel dare una connotazione negativa alle abitudini sentimentali della donna è emblematica della nostra società e molto attuale visto che ultimamente va di moda una sorta di antifemminismo dovuto a qualche macho impunito che sta approfittando delle stupidaggini di certi gruppi femministi estremisti (palesemente guidati da imbecilli) per ribadire il fatto che non ci sia alcuna discriminazione sessuale verso le donne, ma non è così. Fino a quando una donna non potrà tenere tutti gli amplessi che desidera con tutte le persone che desidera senza che qualche idiota la giudichi o senta nel profondo del suo animo un certo fastidio verso ciò, questa società dovrà necessariamente definirsi maschilista.

Ma non divaghiamo...

Una delle parti in cui sembra chiaro che la donna rappresenti una sorta di spiritualità o di fede è dove si esplicita quali sono le persone che non la desiderano, gli unici del villaggio con i quali non condivide il letto per loro volontà, e sono il nobile/ricco, probabilmente l'incarnazione di una mente pratica e cinica, una persona che tutto possiede e non ha bisogno (o pensa di non aver bisogno) di spiritualità; il filosofo ateo, che insegna che gli dèi non esistono e infine il brigante, colui che ruba e uccide per denaro e che probabilmente se ne frega del concetto e si fa gioco degli dèi. Ma anche questi tre, quando sono soli di notte e devono affrontare i loro fantasmi, la invocano segretamente, come a significare che anche il più duro e cinico, in certi momenti di debolezza, spera in qualcosa di più di quello che la vita dà e senta il bisogno di coltivare una qualche tipo di spiritualità.
Ma non è solo lì che si ha l'impressione che l'Anima possa in qualche modo essere associata al concetto di fede (oltre al suo significato di forza vitale): è interessante il fatto che gli uomini del villaggio non solo desiderino possedere carnalmente la donna (e quindi approcciarsi a l'Anima) ma sembra anche che la usino. Non sempre infatti la rispettano, vanno a braccetto con lei, ma spesso ne violano l'intimità, la usano come un sollazzo, la palpeggiano, non le dimostrano il minimo rispetto. Anziché trattarla come una Musa ispiratrice la trattano davvero come fosse una prostituta (una prostituta in un mondo maschilista intendo) nonostante tutto ciò che lei dà a loro. Tanto che pure il protagonista si rende conto di come, tranne lui, tutte le persone ricevono potere e ricchezza dalla donna, oltre la felicità.
Questo ha un doppio significato, dal punto di vista psicoanalitico probabilmente rappresenta come l'Anima possa elevare o distruggere un uomo, ma dal punto di vista pratico, vista la meschinità palese della gente del villaggio, rappresenta anche di come la gente spesso usi la fede o la spiritualità per far strada nella vita, senza il minimo rispetto o senza credere veramente in ciò che professano. Se pensate che esageri vi ricordo che in molte nazioni del pianeta è assolutamente impossibile venire eletti come presidenti dichiarandosi atei. L'appartenere ad un circolo religioso apre tante porte e di buoni cristiani ipocriti è pieno il mondo...

<< Loro invece se la spassano ma rimangono sempre attaccati come sanguisughe alle solite vecchie menzogne. Non è giusto. Se non credono in lei, perché la vogliono? >>
<< Fa la prostituta, eppure chiunque la possieda diventa un personaggio più che rispettabile. E' un vero enigma. >>
<< Non sono diventato rispettabile, io. >>
Il Vecchio mostrò i denti in un sorriso glaciale.  << Tu la ami sul serio. Loro, come il re Davide dell'antichità, vogliono solo essere scaldati. >>

Il protagonista si rende conto di come l'incontro con l'Anima l'abbia cambiato nella sua crescita, l'impulso creativo ricevuto gli ha permesso di comprendere meglio certi aspetti della vita quotidiana e si chiede come sia possibile che gli altri abitanti del villaggio continuino con le loro meschinità dopo l'incontro, rimanendo sorpreso di tanta ipocrisia. E' una parte fondamentale dell'opera e ormai ho perso il conto di quante volte mi sia chiesto le stesse identiche cose. Come fa la gente, studiando, a non migliorarsi? Com'è possibile che una persona istruita possa apprezzare Salvini? Che un forte lettore non sia capace di comprendere le basi di Fanteria dello spazio? O che in continenti in cui la maggior parte della gente si definisce cristiana non ci sia il minimo rispetto dell'essere umano, tutti cerchino di fregarsi, tutti giudichino, tutti augurino la morte a qualcuno o la sua sofferenza, ma nessuno segua le indicazioni di quello che dovrebbe essere il suo dio, se non le stronzate sulla castità e altre minchiate?
In poche frasi Leiber è riuscito a far emergere e criticare l'aspetto fondamentale della vita: com'è possibile che l'uomo non apprenda avendo la possibilità di farlo?

Ma, come anticipavo, non è il solo archetipo presente nel libro, appaiono anche l'Ombra, il primo che il protagonista incontra, ancora in culla (proprio come descritto nelle tappe dell'individuazione che permettono la maturazione del carattere) e che ritroverà ogni volta che si allontanerà dall'Anima e che lo spingerà contro quella forza vitale. Rappresenta questo archetipo tutto ciò che non conosciamo di noi stessi e che neghiamo di possedere. E poi c'è il Vecchio Saggio, che rappresenta appunto una sorta di saggezza, entrambi questi archetipi sono raffigurati dallo stesso personaggio e forse non a torto...

In conclusione, è un bellissimo racconto. Ma non è bello perché cita Jung, è bello perché Leiber ha qualcosa da dire, usa le conoscenze acquisite per mostrare lo sporco. In Qualcuno urlò: strega! viene rappresentata da una parte la crescita e dall'altra la bassezza umana, usando come metafora una storia d'amore. Bellissima è la scena esplicita in cui il prete, durante il sermone, prende la donna, la schiaccia, quasi la violenta contro il pulpito, usandola per infervorare il pubblico. E il protagonista che lo guarda è cosciente dello schifo, dell'ipocrisia, sa che la sta usando a suo vantaggio senza averne un vero rispetto ("Le parole del passato che uscivano dalla bocca del prete possedevano un'eco nuova e drammatica, di cui soltanto lei poteva essere responsabile").
Senza questo particolare la citazione sarebbe inutile, a citare sono capaci tutti...
Questo concetto è importante, capita che nel leggere gli elogi a certi romanzi, oltre a nominare gli inutili premi vinti,  spesso si parli delle citazioni presenti nell'opera, come se queste fossero sufficienti a nobilitarla. Per me è assolutamente ridicolo. Non è Jung che nobilita questo racconto, è Leiber.

3 commenti:

  1. Probabilmente una delle recensioni migliori che tu abbia mai scritto.

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    1. Ti ringrazio! ^^
      Anche se... boh, alla fine non ne sono rimasto molto soddisfatto, è una recensione che mi ha portato via un sacco di ore, l'ho riscritta due volte, ho dovuto rileggere il racconto varie volte, l'ho dovuta epurare di vari argomenti... alla fine non assomiglia molto a quel che volevo scrivere, l'ho pubblicata solo perché, conoscendomi, sapevo che se l'avessi riletta tra qualche giorno l'avrei eliminata senza pubblicarla. E dopo tutte le ore spese sarebbe stato uno spreco. :-)

      Comunque, non so se hai notato ma ti hanno scritto nei commenti a Apocalisse peluche. :)

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    2. Ho visto adesso! :)
      Grazie per avermelo fatto notare. :)

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