martedì 16 dicembre 2014

Gravity di Alfonso Cuarón

gravitymovie.warnerbross.com
Articolo di: AleK

Questa non sarà proprio una recensione, sono più commenti a ruota libera che scrissi tempo fa, all'uscita nelle sale del film in questione e che oggi mi va di riproporre.

C'è chi afferma che Gravity sia un film vuoto, fatto interamente di buoni effetti speciali e buona tecnica registica (il ché basterebbe a renderlo migliore del 99% dell'intera produzione cinematografica Hollywoodiana) ma privo di qualsiasi contenuto. 

Io la penso diversamente ma, vi avviso, se non avete visto il film, non ci capirete quasi nulla di quanto sto per raccontare...


Per me la storia è perfetta così com'è.
E' la storia di una rinascita. Simbolica e non.
E in questo è un film essenziale, per nulla pretenzioso, chi lo considera vuoto probabilmente non ha mai sognato di uscire da quel lago e annaspare nuovamente sulla terra ferma.
O lo ha fatto ma non ha capito che di quello parlava il film.

C'è chi non ha bisogno di una rinascita, c'è chi già l'ha avuta, c'è chi la insegue e sogna di uscire dal lago quotidianamente, ma tutto quotidianamente lo spinge verso il fondo.

C'è chi vuole dare una svolta alla sua vita, perché sente di aver toccato il fondo, e va nello spazio (o chissà, in un'altra nazione) ma poi scopre che il cambiare tutto non è servito a nulla, perché qualcosa doveva cambiare dentro, e ogni volta che ci prova qualcosa va male, un'onda di detriti spazza via tutto quello che aveva costruito, e ci riprova, si aggrappa alla speranza, si rimbocca le maniche e si rende conto che solo non ce la fa, ed arriva un aiuto, e insieme sembra si possa recuperare terreno, dal fondo del lago si risale. Nuovi affetti, nuove speranze e una nuova scossa a distruggere tutto, nuovi affetti spezzati, si è di nuovo soli... forse lo si è sempre stati, e ci si rimbocca le maniche e si ricomincia la salita e si raggiungono nuovi traguardi e ancora, per un pelo, quasi si cade definitivamente... ma ci si riesce e si commettono errori, si trascurano dettagli e tutto precipita e ancora si ricomincia... ancora una volta un'oasi, una speranza e non si molla...

Si fa un passo avanti e la vita sembra riportarci in dietro di tre.
A volte, i successi, sembrano un inganno, come la Speranza del vaso di Pandora, creata per illuderci di non esser nati per soffrire.

E alla fine si guarda l'abisso e sembra finita e poi si ritrova l'energia, oramai si dava tutto per perso, si studia, si improvvisa, si cerca di capire, ci si butta, si fa il grande passo, o la va o la spacca uno pensa.. e poi si rende conto che anche quando "va" non è finita, una piccolezza può ancora distruggerci, non si abbassa la guardia e si esce dal quel maledetto lago.

E lo si fa annaspando, perché la rinascita è un nuovo inizio, denso di difficoltà.
Ma il passato è alle spalle.

Certo, come direbbe Michael Ende, è la solita banale storia del centesimo cavaliere che va, ammazza il drago e salva la principessa.
Non è la storia dei novantanove che prima di lui hanno tentato, ce l'hanno messa tutta, hanno lottato fino alla fine e sono stati divorati.
E (aggiungo io) non è neppure la storia delle migliaia che neppure c'han provato.

Però appunto, è una storia di rinascita, non del tentativo di rinascita.

Ed è raccontata in maniera magistrale, con una regia spettacolare e un'azione strepitosa.

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