mercoledì 17 dicembre 2014

Abaddon di Giuseppe Menconi

www.vaporteppa.it
Articolo di: AleK

Dopo aver letto Abaddon mi sono reso conto di essere rimasto indietro con il genere fantascientifico - dal punto di vista letterario intendo - credo infatti che questa sia la prima opera ispirata ad un videogioco che abbia mai letto. Non solo ispirata, ma che ne segue pure certi schemi, come gli incontri con nemici progressivamente più forti. Nella mia ignoranza videoludica lo vedevo come un incrocio tra Doom e il film Re-Animator, ma a quanto pare (parole dell'autore) l'ispirazione viene dal gioco Dead Space, che non conoscevo minimamente.
Sono certo che ne esistano a bizzeffe di opere ispirate al mondo dei videogiochi, è che, in effetti, chi mi accusa di leggere quasi sempre classici con più di 30 anni sulle spalle, ha perfettamente ragione, è esattamente quello che faccio, un po' per caso e un po' perché ci sono autori che amo ai quali do quasi sempre la priorità.

Comunque, per tornare al tema, devo dire che questa nuova esperienza letteraria mi ha molto soddisfatto, anzi, non vorrei sbilanciarmi troppo ma, forse, Abaddon è uno dei migliori libri letti quest'anno, del quale ne consiglio la lettura senza riserve ed ora vi spiego il perché...


Un po' ucronia, un po' space opera militare, un po' horror, questo romanzo si caratterizza per avere una trama avvincente e uno stile di scrittura molto sensoriale, in grado di immergere perfettamente il lettore nelle vicende narrate. Ma al di là della trama e degli eventi narrati, sono interessanti i contrasti che è in grado di generare nel lettore, i personaggi sono reali  e sfaccettati e difficilmente possono essere descritti secondo i canoni classici di "buoni" e "cattivi": il protagonista, dal mio punto di vista, fa schifo, nel senso che è una persona orribile (e non certo per la codardia) ma allo stesso tempo è un padre favoloso e un amico premuroso... è un personaggio vivo, ha persone che lo amano e non potrebbero fare altrimenti e persone che lo disprezzano per altrettanti buoni motivi. Troppo facile bollare la gente come "spregevole" perché lontana dai nostri canoni ideologici, più difficile è l'accettare che il male possa esser commesso da un essere umano come noi, con le stesse paure e le stesse necessità, una persona che non siamo in grado di definire come "cattiva".

Ma il tema centrale del libro è molto più profondo, anche se correlato a quanto detto, e può essere ricondotto al buon vecchio "Scagli la prima pietra chi è senza peccato", frase che conoscono anche i sassi, ma che forse solo i sassi hanno compreso.
Facciamo il giro largo.
Come si può definire una persona onesta?
Si potrebbe iniziare a dire che non ruba. Il problema è che, generalmente, è facile non rubare, basta non averne necessità e aver paura delle conseguenze. La verità è che la maggior parte di noi morirà senza sapere se è effettivamente onesta o no, perché solo trovandosi di fronte alla possibilità di rubare miliardi con la certezza matematica di poterla far franca e rinunciare al farlo, ci può dire se siamo realmente onesti.
La storia dell'uomo insegna che la vittima, quando può, si trasforma in carnefice. E  finché si è vittime è facile indignarsi e voler giustizia, è quando si passa dall'altra parte della barricata che tutto cambia...

Anche se può sembrare un tripudio d'azione e di sense of wonder, è in realtà un libro che fa riflettere e che, arrivati in fondo, dovrebbe spingerci all'autocritica: "Noi, cosa avremmo scelto?".
Dopo tutto quel che è accaduto, tutta l'indignazione accumulata, la necessità impellente di giustizia, quale scelta avremmo fatto? Ma soprattutto... davvero?

Ottimo libro, con un finale perfetto, non ipocrita, in grado di capovolgere tutto ciò che veniva dato per certo (ideologicamente) durante la narrazione, ma non con colpi di scena, anzi, con l'esatto contrario: con scelte umane e drammaticamente reali e coerenti.



P.S.1: la parte scientifica di supporto alla storia, inizialmente, mi ha fatto alzare più volte un sopracciglio, il piccolo biologo molecolare che è in me fremeva per uscir fuori, ma poi, chiarita la deriva splatter-horror genuinamente anni '80 si è acquietato e si è goduto quella che mi è sembrata  una fantastica citazione al cinema di Gordon e Yuzna. Non posso chiedere di meglio.

P.S. 2: una certa descrizione di certi alieni mi riportava alla mente qualcosa... ma non ruscivo a capire cosa. Poi, alla fine, è arrivata l'illuminazione:

http://abiogenisis.deviantart.com/

E' sempre affascinante scoprire le fonti di ispirazione e quello che possono poi generare nella mente di un autore.

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