martedì 28 ottobre 2014

La lega dei mondi ribelli di C. J. Cherryh

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Articolo di: AleK

Oggi vi parlerò di due-tre aspetti per cui considero questo La lega dei mondi ribelli un ottimo romanzo di fantascienza, sicuramente non perfetto, ma comunque sopra la media.

Il romanzo inizia con un affresco sulla colonizzazione dello spazio da parte degli umani negli ultimi secoli, un inizio del genere può scoraggiare molti lettori, ma devo ammettere di esserne rimasto piuttosto affascinato, quest'introduzione insieme ai primi capitoli era riuscita a farmi immergere perfettamente nell'atmosfera del romanzo.
Purtroppo, continuando con la lettura, certe premesse (o fatti da me mal interpretati) sono venute meno... sembrava un romanzo in cui non si delineavano buoni e cattivi, ma persone con idee e ambizioni differenti, ma non è stato così (parzialmente), dopo pochi capitoli è chiaro e lampante che i Kostantin saranno i buoni che più buoni e perfetti non si può, mentre ai Lukas spetterà la parte dell'antagonista.

Questo è il difetto principale dell'opera, quello che mi ha quasi fatto abbandonare la lettura: ogni volta che apparivano i membri della famiglia Kostantin la concentrazione di glucosio nel sangue mi schizzava alle stelle, il mio pancreas soffriva e credo mi siano venute pure un paio di carie ai denti.

Poi però, quando tutto l'interesse sembrava perduto, le cose cambiano...

Innanzi tutto questo romanzo è fatto di persone. La cura nella stesura del romanzo fa si che anche l'ultimo dei comprimari appaia come una persona vera, dotata di una sua intelligenza e una sua personalità e non una macchietta buttata lì a caso.
Questo è un punto fondamentale, nel romanzo ci sono grandi macchinazioni e complotti e gli esiti di tutto questo non dipendono dalle azioni degli eroi che salvano la situazione o dagli antagonisti che trionfano, ma dipendono, come nella vita reale, da quelle che saranno le azioni e decisioni delle centinaia di persone coinvolte, che siano sotto i riflettori o meno.
Odio le opere del tipo Bron/Broen (The Bridge nel remake USA) in cui una persona escogita piani perfetti che coinvolgono decine di persone per mesi e tutto si incastra alla perfezione. Caspita, io non riesco neppure ad organizzarmi la giornata di lavoro, che un giorno uno è malato, l'altro giorno non c'è corrente, il seguente c'è una riunione, ecc... e questi riescono a prevedere le reazioni di centinaia di persone tutte diverse senza mai un contrattempo? Ridicolo.
Ecco, La lega dei mondi ribelli è una storia molto più concreta, in cui la gente fa piani e contropiani, ma poi sbatte il grugno sul solido muro della realtà e dei suoi imprevisti.

Un altro aspetto che ho molto apprezzato sta nell'assenza di certe ipocrisie e illusioni moderne. Per fare una comparazione con un'altra opera famosa, reputo che questo romanzo sia ciò che Battlestar Galattica sarebbe dovuto essere se non vivessimo in un perbenismo sfrenato: un'opera dove i militari fanno i militari e non prendono ordini da dei civili in una situazione d'emergenza. Eh sì, qua si mostra realmente cos'è una legge marziale e come reagisce una flotta, altro che delirii in cui una maestrina dà gli ordini ai militari. I soldati arrivano e comandano, a qualsiasi schieramento essi obbediscano, e non ammettono repliche.
E su questo punto sta la forza del romanzo, nel mostrare una situazione sociale in tempo di guerra in maniera credibile e, badate, senza una apologia antimilitarista o promilitarista. Certo alcuni personaggi splenderanno, altri appariranno crudeli, ma ognuno di loro non sarà spinto da follie o deliranti ideologie, tutti prenderanno delle decisioni in base ai loro interessi e alla logica. E queste decisioni comporteranno quanto detto sopra: l'impossibilità di prevedere e controllare gli eventi.

Ad un certo punto, in parte (specifico bene: in parte) ci saranno anche certe considerazioni che metteranno in cattiva luce gli eroi del romanzo, i Konstantin, in quanto, nella loro perfezione assoluta, saranno comunque responsabili degli eventi futuri, soprattutto a causa del loro prendere continuamente "mezze misure", non avendo il polso per affrontare situazioni difficili. Sarà troppo poco per rendermeli simpatici... ma sufficiente per dargli un aspetto "umano".
C'è anche un piccolo problema con la razza aliena presente nella storia, si ritorna al mito del buon selvaggio, ma per fortuna non si spinge fino al misticismo, nonostante tutto lo facesse presupporre... e qua, per terminare, sta un altro aspetto positivo, non ci sono scene o eventi "telefonati", tutto continua nell'imprevedibilità, con colpi di scena creati non tanto per abbagliare e sorprendere il lettore, ma per fornire una storia il più possibile realistica.

In conclusione, nonostante i difetti, ne sono rimasto più che soddisfatto. Un affresco sulla natura umana e su quello che è (purtroppo) il reale valore della vita in certe situazioni. Siamo dei viziati, è giusto rendersene conto, lo scopo della letteratura dovrebbe essere soprattutto questo, raccontarci storie che ci facciano uscire dalla nostra "bolla" e mostrarci un mondo reale che esiste e sta solo a pochi chilometri dalla nostra sicura isola di benessere.

6 commenti:

  1. Intanto un complimento per l'impegno profuso per questa rece, hai sottolineato aspetti che anch'io avevo trascurato...
    Premettendo che l'ho letto molti anni fa, devo dire però che io ho maggiormente apprezzato altri aspetti del romanzo: la grandiosità dello scenario e della costruzione, la drammaticità degli eventi, l'emozione delle battaglie, la crudezza dei personaggi costretti in situazioni estreme a cui devono reagire prontamente, i colpi di scena.
    Un libro che emoziona, sia nelle vicende sia per quel senso di grandiosità epicheggiante e drammatica che lo pervade.
    La nota dolente, secondo me, sono i fatti che succedono sul pianeta, con i nativi: una sorta di racconto nel racconto che ho trovato noioso e poco interessante, un po' patetico ed anche un po' "infantile" oltreché piuttosto inutile alla trama principale.
    Cmq, un gran bel libro.
    Avrei una domanda, tu dici >>Il romanzo inizia con un affresco sulla colonizzazione dello spazio da parte degli umani negli ultimi secoli, un inizio del genere può scoraggiare molti lettori...<< Perchè scoraggiare? Cioè, secondo me la parte iniziale è molto bella ed introduce alla perfezione non solo nel contesto ma anche in quel che di epico che caratterizza tutta la storia.
    Invece tu credi... ?

    ciao, Senji

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    1. Ciao!
      Sì, concordo con quanto hai scritto, anche sulla parte relativa alle vicende sul pianeta, purtroppo si ha la sensazione che sia una parte un po' superflua... anche se aiuta a caratterizzare bene gli indigeni. Nella recensione mi sono focalizzato solo su certi aspetti...

      Riguardo l'incipit... beh, è quello che mi ha convinto a leggere il romanzo, con me sfondi una porta aperta ^^.
      Però richiede una soglia d'attenzione che pochi hanno voglia di "investire", molti lettori preferiscono essere catapultati direttamente nell'azione, senza introduzioni. Volevo esortare coloro che reputano "verboso" l'inizio a non mollare la lettura.
      Per quanto riguarda il mio gusto personale, è perfetto così com'è. :)

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  2. Bella rece, lo stó leggendo in questo periodo dopo una permanenza in uno scatolone per circa vent'anni. Sono quasi a pag.200, e dopo un ambientamento non semplicissimo comincio ad entrare nel vivo della storia. L'unico dubbio riguarda: La porta dell'Infinito, ci si riferisce alla parte del pianeta Pell rimasta fuori dalle cupole? Ho anche Cyteen. Ciao.

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    1. Ciao, La porta dell'infinito (Downbelow in originale) è il nome alternativo con cui gli abitanti della stazione chiamano il pianeta Pell. Quindi comprende tutto. ^^

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    2. Grazie. Ho finito il libro in questione e devo ammettere che lo stile della Cherryh mi ha reso un po' ostica la lettura; vicenda coinvolgente ma un pó prolissa al punto che a mio modesto parere poteva essere narrata con un quarto di pagine in meno; Cyteen credo che attenderà. Nel frattempo dallo scatolone è uscito il cofanetto della Nord di Helliconia, di B.Aldiss del quale avevo apprezzato i 5 racconti di "Hothouse", ripartirò da lì. Ciao

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    3. Il fatto è che gli eventi narrati sulla Porta dell'Infinito sembrano allungare un po' il brodo, probabilmente tagliando un po' da là il ritmo del romanzo ne avrebbe giovato, forse a discapito della caratterizzazione degli hisa però...

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