lunedì 11 agosto 2014

SOC GX-66 Trider G7, Soul Of Chogokin Bandai

Scritto da: Ataru Moroboshi

La linea Soul Of Chogokin (SOC) della Bandai in questi anni mi ha sempre "regalato" (sarebbe giusto parlare di baratto, perchè in cambio io davo foglietti di carta colorati, tanti foglietti!) dei prodotti con qualità e fedeltà rispetto ai rispettivi anime e giocattoli degli anni 70/80, da buona ad ottima.

Potrà essere la semplicità delle trasformazioni che ne ha reso facile la trasposizione, od essere che le proporzioni nell'anime erano già più fedeli ai giocattoli rispetto agli anime che lo hanno preceduto, o forse la notevole quantità di metallo di cui è composto il modello, o la ricchezza in armi ed accessori o infine la dimensione, per me perfetta per questo genere di modelli, ne troppo piccolo, ne troppo grande...qualunque cosa sia, questo SOC è un capolavoro!

Il SOC GX-66 Trider G7 (無敵ロボトライダーG7 Muteki Robo Toraidaa Jii Sebun) è a parer mio, senza alcun dubbio, il migliore SOC sinora uscito. PUNTO!
Pur se meno imponente del Daitarn III o del SOC GX-59 Daltanious recentemente recensito (link), a mio parere risulta 10 spanne superiore a tutti.
Confido che le foto chiariscano il perchè.






Partiamo come sempre dalla confezione: ENORME, molto protettiva e davvero bella grazie alle immagini stampatevi, sia di fronte...

 ...sia posteriormente....

...sia su tutti i lati.

La grande confezione racchiude un vero tesoro di accessori ed armi, nonchè una comoda basetta espositiva (nera, in basso a destra), in cui riporle tutte ordinatamente. Tale basetta contiene anche un meccanismo scorrevole ove inserire la testa del Trider, per simulare l'effetto del parco giochi alla partenza del robot. Sono sciocchezze, ma denotano una grande attenzione e cura nel progetto.

Adoro il polistirolo al posto dei blister in plastica.


Ecco il Trider G7 appena estratto dalla confezione, senza nemmeno le ali. Subito si nota il consistente peso, che indica ampio uso di metallo. La testa in prima dotazione è quella trasformabile in astronave, pressochè identica a quella non trasformabile, fornita di espressione urlante (interscambiabili).

Il modello appare solido, con ottime giunture , ben posabile e soprattutto stabile. Il libretto è chiaro e davvero completo.

Ecco la testa trasformata in astronave...
 ...se non vi piacciono gli appoggi tipo-sci, potete estrarre i carrelli di atterraggio.
 Altra configurazione:

Ed ecco estratti dalla confezione i cingoli del trider e l'astronave di appoggio, un immenso plasticone, a cui hanno comunque dedicato attenzioni ed alcuni meccanismi. Notate i due pannelli laterali aperti, da cui uscirebbero i missili.

I cingoli letteramente li adoravo da bambino. Ovviamente scorrono sulle ruote; spero solo che la gomma di cui sono fatti resista all'usura del tempo!

Dall'astronave si estraggono due pedane gialle che permottono ai cingoli di entrarvi...notevole!  All'interno dell'astronave gli ingombri sono stati ottimamente studiati, in modo tale da non creare difficoltà di ingresso, ma nel contempo non consentendo movimenti una volta chiusa la paratia posteriore.

La cupola sulla sommità si può aprire per riporvi il pettorale del Trider....


....oppure l'astronavina! Notate l'imboccatura frontale che si può aprire e permette, come nell'anime, lo scorrimento in avanti di un supporto a U per l'aggancio del trider in configurazione astronave.

Astronave con tutti i pannelli chiusi, ma con la scaletta abbassata (al centro in basso): che dettagli!
I piedi su cui poggia si possono ripiegare.

Inizio della trasformazione del Trider G7.
1) Rimozione della fenice dal petto.

Scorrimento laterale delle 2 metà del torace. Notate che la testa è stata sostituita con quella non trasformabile; trovate le differenze!

Rotazione anteriore delle 2 metà.

Chiusura delle gambe et voilà, trasformato! Poche operazioni che non rischiano di rovinare il modello. Praticamente nulla è a rischio sverniciatura


 


Si, adoro l'astronave e non riuscivo a smettere di fotografarla!

Altra trasformazione che richiede in pratica solamente la rotazione delle gambe e l'inserimento dell'astronavina.


Fusione fra le due astronavi: una gigantesca  meraviglia, fedelissima all'anime.


Infine il Trider-carro, quello che da bambino mi faceva impazzire, come si evince dalle numerose fotografie.



Il busto può ruotare rispetto ai cingoli. Le mani standard, articolate, vengono riposte all'interno degli avambracci, per semplice scorrimento e vengono aggiunte quelle che simulano dei lanciamissili, non articolate.






Infine eccolo assieme ad altri modelli della linea SOC ed SRC: sarà piccinio, ma è stupendo!

Il Voltron (Golion) non proviene da mamma Bandai, è un intruso della Toynami (in metallo, non il plasticotto...viva la zamaaaa!), spero che un giorno Bandai ci "regali" finalmente la propria versione.

Guardate come risplende la vernice blu!

DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE!

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