lunedì 4 agosto 2014

Casa passiva. Realtà della passivhaus italiana.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Bene, nel precedente post (link) ho discusso le possibilità, le opportunità offerte (a caro prezzo) agli acquirenti attenti di oggi, non per fini ecologisti, ma al fine di avere nel futuro una minima indipendenza economica dalle compagnie energetiche, i cui prodotti sono venduti sempre a maggior prezzo (per l'energia elettrica si parla di un rincaro del 4% annuo). Questa indipendenza individuale si rifletterà inoltre, come già accennato, in una maggior indipendenza dell'intero paese e se vi sembra poco, basti riflettere che le guerre si fanno sempre e solamente per le risorse...

Immagine presa da questo sito
Notate le generose vetrate, sicuramente orientate a Sud.



Purtroppo, malgrado queste siano le rosee prospettive, la realtà realizzativa è parecchio diversa. I costruttori di oggi, obbligati dalle nuove normative, si stanno gettando tutti nella realizzazione di case in classi energetiche elevate, ma in genere sono gli stessi costruttori che tiravan su palazzine negli anni '80, senza attenzioni per la coibentazione, per la corretta esposizione delle vetrate, per i materiali impiegati... Insomma, cambia il mercato, ma non la formazione di quelli che nel settore dovrebbero esser i più aggiornati. 

La moda del momento è fare muri spessi, un bel cappotto e riempire l'abitazione di impianti tecnologicamente avanzati:
- il fotovoltaico è obbligatorio per legge, anche se 1 kW previsto (dal 31/05/2012) è pressochè sempre insufficiente,

- un solare termico non si nega quasi mai, anche se magari per l'esposizione dell'edificio e le condizioni climatiche della zona ripagherà della spesa in 20 anni, prioprio quando sarà ora di sostituirlo!

- Una costosa pompa di calore fa sempre bella figura, poi poco importa se prende il calore da veicolare dall'acqua, dalla terra o dall'aria. E invece importa, eccome!

Perchè non c'è una semplice e generale somma di impianti da fare per avere il risparmio energetico, ma complesse equazioni da bilanciare, che tengono conto degli apporti energetici e delle perdite

Paradossalmente la casa ideale, se ben orientata, progettata ed isolata, potrebbe non necessitare neppure di impianti, costosi nell'acquisto e nella manutenzione, di cui non si tiene quasi mai conto quando si discute degli anni che occorrono per rientrare dall'investimento. 
I costruttori invece vanno dai termotecnici con richieste del tipo "Ho questa cubatura e la casa deve rientrare in classe A, che impianti ci devo mettere?", quando invece il progetto dovrebbe essere discusso sin dalle fondazioni in funzione del risparmio energetico. 
Che senso ha metterci 50000 euro di impianti se nei 20-25 anni di utilizzo ti faranno risparmiare 30000 euro, escludendo guasti imprevisti? E' una provocazione, ma ha un fondamento, perchè spesso l'involucro è un colabrodo e gli impianti si ritrovano a dover lavorare più del previsto, divenendo antieconomici.

I punti nodali nella costruzione di una casa a risparmio energetico dovrebbero essere la progettazione integrata dell'edificio, con costruttore, architetto e termotecnico che modifichino il progetto al fine di eliminare tutti i possibili ponti termici, di evitare aperture (porte e finestre) a nord e di orientarle invece principalmente a sud, non solo per aver maggiore illuminazione naturale e minor necessità di luce elettrica, ma per avere un apporto di calore invernale, prevedendo poi soluzioni di ombreggiamento per l'estate.

- E' stupido compensare le carenze dell'involucro con costosi e numerosi impianti.

- E' inutile avere muri da mezzo metro, se poi ci sono balconi e finestre ricchissimi in ponti termici.

- E' ridicolo avere un bel cappotto perimetrale, se poi non si è ben isolati dal terreno o nel tetto; sarebbe come girare in inverno a piedi nudi, senza copricapo, ma con una pelliccia!

- E' inutile e dannoso esser ben isolati perimetralmente se poi vi respirate aria viziata (risolvibile con la VMC) o peggio, aria ricca di radon, risalente dal sottosuolo, ma eliminabile con buone fondazioni areate.

- E' inutile mettere infissi a bassissima dispersione se poi li si monta male. 
Lo scrivo per esperienza personale. Casa in costruzione, in classe A, con tripli vetri, bassoemissivi, telaio in legno, ma posati dal costruttore con sotto dei bancali di marmo, passanti dall'esterno all'interno, senza taglio termico. Che senso ha spendere migliaia di euro in porte e finestre a bassissima trasmittanza se poi le si appoggia su un materiale non isolante, in comunicazione diretta con il freddo od il caldo esterni all'abitazione? Tenete presente che il nobile marmo ha una conducibilità termica (20  Kcal / h*m*°C) ben 740 volte superiore (in questo caso peggiore) al banale ed economico polistirolo (0.026-28) o 40 volte maggiore dei comuni mattoni pieni (0.4-0.6 Kcal / h*m*°C) da edilizia! E tagliare in due un bancale di marmo, riempire lo spazio creatovi con materiale isolante e poggiare sopra a questo la porta/finestra ha costi prossimi a zero.  
E' solo ignoranza costruttiva.

Osservate il seguente filmato (QUI) e chiedetevi se chi vi ha, o sta costruendo casa, abbia anche solo mai sentito parlare di simili accorgimenti (es. freni vapore). La maggior parte dei costruttori si è solo adeguato alla normativa, ma non ha le (tantissime) competenze e nemmeno la manodopera specializzata formata adeguatamente per raggiungere l'obiettivo di creare immobili a risparmio energetico.
Provate a chiedere al geometra/architetto che controlla i lavori e agli operai, in genere immigrati, che vedete nel cantiere di casa vostra, se conoscano e rispettino le moderne tecniche di isolamento e ditemi se ottenete una risposta diversa da questa!

Le case in classe A che spuntano oggi in Italia, lo sono in genere solo sulla carta. Occorrerebbe verificare e certificare la classe energetica alla fine dei lavori, non solamente in fase di progetto.

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