venerdì 30 maggio 2014

[Riflessioni] Incontro con Rama di Arthur C. Clarke

Una cara compagna di viaggio.
Articolo di: AleK

Si parlava di poesia, di arte e di spiritualità.
Il sottoscritto è sempre diffidente verso questi discorsi, spesso si trasformano nell'esaltazione del vuoto pneumatico e finisce sempre che mi si accusa di essere freddo e insensibile, di non vedere la magia del mondo.

Sarà che pecco in comunicazione, ma non riesco a far capire alla gente che io non ho bisogno di magia, spiritualità ed esoterismo per vedere quanto sia affascinante e incredibile il mondo.
E che il mio concetto di poesia è molto concreto e si riferisce al saper trasmette un messaggio con una potenza espressiva superiore alla normale dialettica, ma comunque basato sulla logica.

No messaggio, no poesia. Solo esaltazione del nulla.

Tutto questo mi ha riportato alla mente il romanzo di fantascienza "Incontro con Rama" di Arthur C. Clarke...


 

http://blog.librimondadori.it/blogs/urania/
Come sempre, nell'angolo delle riflessioni, eviterò di fare descrizioni approfondite di trama o critiche allo stile, ma mi limiterò a parlarvi di quel che mi è piaciuto e mi ha fatto pensare...

In Incontro con Rama leggiamo del primo contatto tra l'umanità e un manufatto alieno e del viaggio di esplorazione di un gruppo di astronauti verso e all'interno di tale manufatto.
Nonostante non sia un libro perfetto e siano presenti alcuni espedienti narrativi davvero banali, la storia narrata è riuscita ad affascinarmi moltissimo e il "Perché" ci sia riuscita si ricollega alla mia lunga introduzione:

Incontro con Rama è una storia vera.

Non vera nel senso che è accaduta, ma nel senso che è plausibile. Tutto ciò che accade, ogni descrizione del viaggio e dell'esplorazione, ogni azione dei protagonisti, tutto ciò non è basato sulla fiction, ma sulle leggi fisiche.

Tranquilli, non è un trattato scientifico, è un'opera di narrativa. Però priva di baggianate o situazioni assurde, i protagonisti sono umani veri e come unici alleati hanno le loro conoscenze e le loro competenze, non c'è lo scienziato genio multidisciplinario che ha la soluzione a tutto, non c'è il lottatore invincibile, nessuno stereotipo, solo esseri umani.
E si trovano di fronte a un mistero davvero appassionante, ma al quale può essere data una spiegazione, basta solo poterlo studiare... e così inizia l'avventura più vecchia dell'umanità: la ricerca della conoscenza. Senza colpi di scena, senza stupidaggini.
E vi assicuro che scoprire come dovranno muoversi i protagonisti, quali scelte fare, come interpretare certe situazioni e rendersi conto che tutto sta accadendo in questo mondo, il mondo reale, non può che lasciarci affascinati di fronte alla meraviglia del nostro universo.

Conoscere il perché funzionano le cose, non le priva del loro fascino, ma al contrario, lo esalta. Ci rendiamo conto di cose che prima non potevamo neppure immaginare, e sono qua, sotto il nostro naso, basta solo rimboccarsi le maniche e studiare.

"Ho un amico artista e a volte lui ha un punto di vista che io non condivido granché. Lui prende in mano un fiore e dice: “Guarda quanto è bello”. E sono d'accordo, credo. Poi dice: “Vedi, io, in quanto artista, sono in grado di vedere quanto è bello; ma tu, in quanto scienziato, oh, lo riduci in pezzi e lo trasformi in una cosa scialba.” E io penso che lui sia un po' svitato. Prima di tutto, la bellezza che vede lui è a disposizione di tutte le persone e anche a me; credo, anche se io forse non sono esteticamente raffinato quanto lui, di poter apprezzare la bellezza di un fiore. Allo stesso tempo, io vedo in un fiore molte più cose di quante ne veda lui. Posso immaginare le cellule in quel fiore, le complesse azioni che si svolgono al suo interno; anch'esse hanno una propria bellezza. Voglio dire, non è soltanto bellezza a questa dimensione, quella di un centimetro, ma c'è bellezza anche alle dimensioni inferiori. La struttura interna, e anche i processi, il fatto che i colori e il fiore si sono evoluti per attirare gli insetti per impollinarlo è interessante. Significa che gli insetti vedono il colore. Aggiunge una domanda: questo senso estetico esiste anche nelle forme di vita inferiori? Perché è estetico? Domande interessanti d'ogni sorta, che la scienza e la conoscenza non fanno che aggiungere all'emozione, al mistero e alla meraviglia di un fiore. Non fa che aggiungere. Non capisco in che modo sottragga"

(Richard Feynman - Traduzione di Paolo Attivissimo)


Non c'è bisogno di alcuna magia, il mondo reale sarà sempre più affascinante di qualsiasi fantasia. Se avete bisogno dell'escapismo per appassionarvi, forse non vi siete soffermati con sufficienza ad osservarlo.



2 commenti:

  1. Una delle bravure di Clarke stava proprio nella plausibilità scientifica delle sue storie, "Incontro con Rama" è l'esempio più classico che si può fare al proposito, quello che apprezzo molto di meno è l'aspetto esageratamente mistico che inserisce in molte altre sue opere, se "Le guide del Tramonto" poteva ancora avere un senso i vari seguiti di "A Space Odissey" potevano tranquillamente non essere mai nemmeno scritti.

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    1. Io i seguiti di Space Odissey li ho evitati volontariamente, come ho evitato quelli di Dune, anche se non escludo di provare a leggerli prima o poi...
      A me Clarke non fa impazzire, ho un articolo fermo in bozze da parecchi mesi per spiegare il perché (e magari un giorno lo finirò pure) però mi piacciono parecchio le sue idee, dunque alla fine è quasi sempre un piacere leggerlo. ^^

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